Gli studenti del Liceo Classico Diodato Borrelli di Santa Severina partecipano al progetto Ciak, attivato e promosso dal Tribunale per i Minorenni di Catanzaro in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria, volto a far conoscere ai ragazzi sia le conseguenze a cui un reato in età minorile potrebbe portare, sia le procedure seguite nei tribunali per Minorenni. Fortemente voluto dal presidente del Tribunale dei minori di Catanzaro, il dott. Trovato, il progetto “Ciak: un processo simulato… per evitare un processo vero” ha come obiettivo principale l’educazione alla legalità e la lotta al bullismo e al cyber bullismo.
Gli alunni del Borrelli, hanno svolto un percorso di formazione iniziato a dicembre con i docenti dell’istituto e con i formatori del tribunale fino alla simulazione del processo nell’aula del Tribunale in via F. Paglia sabato 25 marzo.
Si tratta di un progetto ambizioso, che, giunto alla sua terza edizione, coinvolge 60 scuole calabresi che si alterneranno nelle aule dei Tribunali simulando un vero processo, con veri giudici, veri imputati, avvocati difensori, ufficiale giudiziario, testimoni e Pubblico Ministero. Le simulazioni hanno avuto inizio a fine febbraio e si snoderanno fino a metà Maggio. Al termine di tutte le rappresentazioni, un’apposita commissione premierà le scuole e i ragazzi più meritevoli in base alla capacità dimostrata nell’interpretazione del copione e alla qualità del prodotto multimediale creato dai ragazzi. L’iniziativa nasce dalla constatazione dell’efficacia che un’azione sinergica di scuola e giustizia può esercitare nella prevenzione del disagio giovanile e nello sviluppo e affermazione della cultura della legalità.
In questo contesto, l’azione è indirizzata a mettere in atto metodi e strumenti volti a rivedere e delimitare modelli educativi e relazioni inter-generazionali nei confronti di adolescenti che, spesso, si trovano a vivere dimensioni esperienziali dove il confine tra legalità e illegalità, giusto e ingiusto, reale e virtuale, appare sempre più confuso e labile.
Con queste motivazioni nasce l’idea del progetto “CIAK: UN PROCESSO SIMULATO … PER EVITARE UN PROCESSO VERO” con il quale ci si impegna a contribuire al processo di educazione alla legalità delle nuove generazioni, che spesso identificano le regole come un limite della libertà individuale e non come fondamento per una vera realizzazione personale e sociale.