Per via della straordinaria siccità che caratterizzò il periodo, si verificò il ritiro delle acque lacustri e la conseguente emersione di aree sommerse. E’ bastato questo per avvalorare una tesi sostenuta da tempo da studiosi e archeologi, circa l’importanza del comprensorio montano della Sila Grande, sia per la conoscenza del patrimonio “paleo-archeologico” che per le dinamiche insediative che hanno interessato la zona, dalla Preistoria all’Alto Medioevo. Dei risultati di questi rinvenimenti, se ne è discusso questa mattina in una conferenza pubblica presso il Centro visite “Cupone” di Camigliatello Silano.
Nell’ambito dell’incontro, concluso dal Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, la scoperta è stata illustrata e approfondita tramite gli interventi di Giovanna Verbicaro, Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per Cosenza, Catanzaro e Crotone; Antonella Minelli, Università degli studi del Molise; Felice Larocca, Università degli studi di Bari e Mario Pagano, Soprintendenza per Cosenza, Catanzaro e Crotone. Hanno portato il loro saluto all’iniziativa il sindaco di Spezzano della Sila, Salvatore Monaco e il commissario del Parco nazionale della Sila, Sonia Ferrari.
“I risultati di questa eccezionale e straordinaria scoperta – ha detto Oliverio, a conclusione dei lavori- sono importantissimi perché fanno emergere la ricchezza complessiva del nostro territorio. Su di essa continueremo ad investire per sostenerla e per andare oltre. A partire da quanto è venuto alla luce, dovremo concertare un programma che faccia emergere quanto ancora non è emerso e lavorare per una esposizione dignitosa dei reperti. A tal proposito mi auguro che, dopo i necessari approfondimenti, essi possano ritornare presto sul territorio in cui sono stati rinvenuti per essere allocati in un progetto museale di più grande e vasto respiro. L’obiettivo deve essere quello della costruzione di un importante museo dei reperti calabresi, attraverso cui dovranno essere messe in rete tutte le scoperte già effettuate e tutto quello che emergerà nel corso delle prossime ricerche. La nostra idea è quella di accompagnare a questo lavoro anche la realizzazione, attraverso l’utilizzazione delle nuove metodologie multimediali, di musei virtuali tramite i quali ricostruire e trasmettere il valore del grande patrimonio di cui dispone la nostra regione. A questo obiettivo stiamo lavorando intensamente da tempo, insieme a professionalità di grande e riconosciuta levatura, perché riteniamo che il nostro patrimonio rappresenti una leva importante per costruire la crescita della nostra regione”.
“Quello dell’Altopiano Silano -ha concluso Oliverio- è un territorio che si è candidato ad essere riconosciuto come Patrimonio dell’Unesco. In questa direzione sono stati compiuti notevoli passi in avanti. Ora dobbiamo insistere e rilanciare il progetto. Non c’è dubbio che questa importantissima scoperta rappresenta un ulteriore elemento che darà più forza e consistenza a questa candidatura e renderà ancor più attrattivo questo territorio. A tal proposito colgo l’occasione per annunciare che nel prossimo mese di gennaio presenteremo un progetto di valorizzazione e di rilancio della Sila e, in quell’ambito, credo che dovrà avere un posto importante il filone culturale e la presenza dei beni archeologici che insistono su questo territorio”.
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