La rondine è un uccello migratore: da aprile a ottobre nidifica nell’emisfero settentrionale, poi si sposta nell’emisfero meridionale per svernare. In Italia, solitamente arriva intorno al 21 marzo, ma i cambiamenti climatici hanno anticipato le date di arrivo e vi resta fino ai primi di ottobre. La rondine comune è un uccello insettivoro, come le altre rondini e i rondoni.
Si nutre normalmente di mosche, zanzare, libellule e di altri insetti volanti.
Il nido della rondine ha una forma davvero inconfondibile. Sia il maschio che la femmina contribuiscono a costruire il nido, mescolando con il fango diversi materiali, soprattutto di origine vegetale. L’interno invece è ricoperto da uno strato di soffici piume per accogliere comodamente i nuovi nati e tenerli al sicuro. Anche per la sua utilità per l’uomo di mangiatrice di zanzare durante l’estate, il suo declino sta preoccupando. Prima di conoscere l’uomo le rondini costruivano il nido in natura, all’entrata di caverne, scogliere marine o sotto i rami degli alberi, elementi del loro habitat originario. Oggi la rondine nidifica quasi esclusivamente in luoghi creati o modificati dall’uomo e si è ben adattata a vivere negli ambienti rurali, ma i veloci cambiamenti delle nostre campagne hanno conseguenze negative su questi piccoli uccelli. I principali nemici della rondine oggi sono i cambiamenti climatici e la desertificazione, la distruzione dei nidi e l’uso indiscriminato dei pesticidi. Se ci pensiamo, è proprio l’uomo ad aver voltato le spalle alla sua fedele “vicina di casa”. Cosa possiamo fare per rimediare a questo errore? Possiamo proteggere e conservare gli angoli di biodiversità che ancora esistono nelle nostre campagne. Possiamo ripensare il nostro modo di lavorare la terra, tornando ad un’agricoltura più tradizionale, meno aggressiva e più rispettosa dell’ambiente. Preferendo i pascoli aperti all’allevamento intensivo, evitando l’uso indiscriminato di pesticidi in favore di metodi alternativi, conservando i piccoli stagni e le siepi, installando nidi artificiali. Possiamo cercare di ritrovare quel contatto profondo con la natura, quel legame che abbiamo perso.

La Lipu si batte da anni per fermare la scomparsa della rondine dai nostri cieli e sensibilizzare le Regioni a un’agricoltura più sostenibile che tuteli la biodiversità e i Comuni per la protezione dei nidi di rondone e balestruccio. Alcune di dette specie sono in diminuzione (dati del Progetto MITO2000); essendo insettivore, dette specie contribuiscono alla riduzione di insetti quali zanzare e mosche, come evidenziano diversi studi scientifici che consumano una quantità fino a circa 6000 insetti al giorno per coppia nella stagione riproduttiva, per complessivi 150.000 insetti catturati fino al termine di ogni covata; le zanzare e le mosche possono veicolare talune malattie a carico degli esseri umani e degli animali domestici, e dunque le rondini, i rondoni e le specie affini possono essere considerate particolarmente utili per migliorare la sicurezza sanitaria della società umana, contribuendo inoltre alla salubrità ambientale come “insetticidi naturali” per la difesa fitosanitaria del verde urbano, diminuendo così la necessità di ricorrere ad insetticidi di sintesi; le rondini e i balestrucci sono fedeli ai propri nidi, tornando a occupare il medesimo sito per più anni di seguito; BirdLife International, network mondiale delle organizzazioni che si occupano di conservazione dell’avifauna, di cui la Lipu è il partner italiano, ha inserito Rondine (SPEC 3) e Balestruccio (SPEC 3) tra le specie considerate minacciate a livello continentale, e dunque prioritarie per la conservazione (Species of Europea Conservation Concern, SPEC); Vista l’importanza della biodiversità urbana, che trova ampi riconoscimenti in ambito internazionale, quali la Dichiarazione di Erfurt del 2008 presso il Convegno
Urban Biodiversity & Design (URBIO) svolto a Erfurt in Germania, che ha messo in evidenza come la biodiversità urbana sia vitale per ottenere gli obiettivi della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), Considerato che le seguenti specie di avifauna: Rondine Hirundo rustica, Balestruccio Delichon urbicum, Rondone comune Apus apus sono diffuse e protette su tutto il territorio nazionale, e che in alcuni contesti geografici sono presenti e nidificanti anche specie affini, quali la Rondine montana Ptyonoprogne rupestris, la Rondine rossiccia Cecropis daurica, il Rondone pallido Apus pallidus ed il Rondone maggiore Apus melba. Oggi, secondo i dati di Birdlife, negli ultimi 10 anni in Europa la popolazione delle rondini è calata del 40% rispetto al passato. Dal 1970 ad oggi sono scomparse in Europa oltre 6 milioni di coppie. (E il motivo è fin troppo semplice: le rondini per secoli hanno contato su di noi, non potevano sapere che noi saremmo cambiati così rapidamente. Ora la loro stessa sopravvivenza è minacciata dal nostro stile di vita aggressivo per l’ambiente.
Da più di duemila anni le rondini sono nel nostro cuore.
Le rondini fanno parte della nostra cultura e del nostro immaginario comune, forse non immaginiamo neanche quanto. Partiamo da un proverbio italiano: una rondine non fa primavera. Lo avrete sentito mille volte, ma probabilmente non sapete che è una frase di Aristotele. Tratta dal saggio Etica Nicomachea e diventata col tempo uno dei proverbi italiani più conosciuti, ci invita a non tirare conclusioni affrettate badando solo alle apparenze. Basterebbe già questo motto popolare così antico per capire che le rondini, con la loro bellezza e leggerezza, sono nel nostro cuore da migliaia di anni. Infatti non c’è una sola cultura del Mediterraneo che non abbia, in qualche modo, adorato la rondine dedicandole miti, poesie, leggende, fiabe e persino capolavori d’arte sacra La rondine è protezione, la rondine è speranza. Nell’Islam la rondine è il simbolo della buona compagnia e viene chiamata “uccello del paradiso”, i Greci la vedevano così bella e leggera che la consideravano un dono di Afrodite. Per i romani le rondini erano una manifestazioni dei Lari, le divinità protettrici della case degli uomini: infatti costruiscono il nido proprio sotto i nostri tetti e vivono molto spesso vicino a noi.
Gli antichi egizi, invece, raccontavano che la dea Iside si trasformava in una splendida rondine, la notte, per piangere attorno al sarcofago del marito, il dio Osiride, annunciandone il ritorno dal regno dei morti. Anche nella tradizione cristiana la rondine rappresenta la resurrezione e la passione di Cristo, per questo il suo elegante profilo compare in molte rappresentazioni sacre come la splendida “Madonna della Rondine” di Carlo Crivelli (National Gallery, Londra).
Il fascino mortale della Rondine. Letteratura, miti e poesia. Da sempre la rondine esercita questo fascino sull’uomo. Ma come mai? Il punto cardine delle suggestioni esercitate dalle rondini sull’uomo è la ciclicità del tempo. Tutte le civiltà antiche erano ossessionate dallo scorrere del tempo e dalla sua misurazione. Misurare il tempo voleva dire controllarlo, programmare la semina e i raccolti, in un certo senso, prevedere il futuro. Per questo gli uomini sono sempre rimasti di stucco nel vedere con che puntualità le rondini tornano dal loro lungo viaggio in Africa proprio nei primi giorni di primavera.
In fin dei conti la rondine rappresenta un nuovo inizio. Lo prova un altro proverbio popolare italiano che dice “San Benedetto, torna la rondine al tetto”, il giorno di San Benedetto infatti secondo il calendario cristiano è proprio il 21 marzo, l’inizio della primavera. Anche i cinesi riconoscevano alla rondine questa straordinaria capacità naturale di regolarsi in base alle stagioni, precisa come un orologio svizzero, e chiamavano l’equinozio “il giorno delle rondini”. Un momento magico celebrato con riti di fecondità. Secondo alcune leggende una ragazza che avesse mangiato un uovo di rondine in questo periodo sarebbe rimasta miracolosamente incinta.
La rondine è anche diventata l’uccello-simbolo dell’Estonia: per gli estoni, la rondine è simbolo di libertà e di felicità eterna. Secondo le credenze estoni, se qualcuno uccide una rondine diventa cieco.
La lettura di questo articolo dovrebbe sensibilizzare le coscienze delle signore che per non vedere il terrazzo sporco, preferiscono distruggere i nidi, contribuendo al declino di questa specie. Dimenticando di commettere un reato penale.