“Giovani, sport e legalità”. Questo il titolo dell’interessante incontro promosso dal Lions Club Krimisa di Cirò Marina che, in Gianluca Punzo, professore di Storia dell’Arte e studioso di Storia, Antichità e Archeologia greca e romana, membro della Società Italiana di Storia dello Sport, ha avuto il suo relatore e momento più performante. Punzo, sfruttando una non comune capacità di comunicazione, adottando un metodo espositivo e didattico molto accattivante, ha incuriosito i molti giovani presenti, con una esposizione che ha contribuito a dare al tema un felice ascolto educativo, legando gli aspetti storici al tema dello sport, trattando con maggior attenzione lo sport dei Greci d’Occidente e, quindi, inevitabilmente, focalizzando il suo intervento sull’atletica magno greca e in particolare sulla cosiddetta “Scuola atletica crotoniate”.
L’incontro, moderato da Virgilio Squillace, è stato sicuramente un momento di sicura valenza educativa e formativa, laddove ai giovani è stato presentato lo sport nelle sue diverse sfaccettature che parlano di sacrificio, impegno, lealtà, crescita sana. Il progetto “Giovani, sport e legalità”, voluto dal presidente del Club, Leopoldo De Martino che è stato affiancato dal presidente del service, Francesco Colicchio e dai notevoli relatori, Monsignor Melchor Sánchez de Toca, al campione europeo di pugilato, Tobia G. Loriga, al presidente di zona Giuseppe Barbuto, ha visto anche la presenza del delegato del CONI, Daniele Paonessa e la dirigente Serafina Rita Anania che con i loro interventi hanno reso ancor più costruttivi il tema del convegno, è stato incentrato al fine di promuovere la cultura della legalità e l’acquisizione delle competenze necessarie per la partecipazione attiva ai progressi della società civile dei giovani, attraverso i valori educativi dello sport e della sua azione. Un’azione, come ha detto Monsignor Sanchez, “che lo sport non può creare la pace ma può offrire piccoli segnali per prepararne la strada”.
Interessante anche l’intervento di Capellupo che ha messo in relazione il potenziale educativo dello sport con i processi educativi tradizionali promuovendo nei giovani l’assunzione di stili di vita sani e modelli positivi di comportamento attraverso il potenziamento dell’attività sportiva e l’implementazione e sperimentazione di metodologie e strumenti innovativi per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza attiva, in contesti di svantaggio ed esclusione sociale. Un convegno quindi che ha inteso “promuovere il protagonismo sociale e la relazionalità dei giovani, per favorirne l’inserimento attraverso azioni volte a stimolare lo sviluppo della loro personalità.” L’idea base del progetto, come detto, è stata quindi quella di promuovere, attraverso la pratica sportiva, un cambiamento culturale tra i giovani per favorire l’affrancamento da modelli di vita basati sull’illegalità, sui comportamenti devianti, diffondendo al contempo delle iniziative che mirano alla costruzione di una società più solidale e giusta. Lo sport, come “una palestra, un luogo dove i giovani imparano dei valori che servono loro nel mondo più grande della loro vita. Ed è anche uno degli strumenti utilizzati da noi adulti per parlare col mondo giovanile”. “Lo sport è bello perchè ti impone e insegna che c’è la gara, che si vince o si perde, e che c’è uno stile nella vittoria e nella sconfitta. E che c’è un fischio, che le regole vanno rispettate, che il risultato va accettato”. Possiamo quindi aggiungere che nella vita è la stessa cosa. A volte le cose vanno bene, altre vanno male. Bisogna quindi pensare che la vita ti può dare subito un’altra opportunità per rifarti. Vivere lo vita come lo sport è il modo migliore di vivere la vita”.