Crotone, che strana questa città. Possiede un enorme potenziale storico culturale archeologico ma in gran parte inespresso, inutilizzato e mai reso fruibile. Anzi si ha la faccia tosta di posizionare, addirittura nella centralissima piazza della Resistenza, una palina segnaletica che indica nelle vicinanze un sito archeologico. Ma quando mai! Quello che viene indicato, sarebbe il sito archeologico rinterrato in via Napoli, alle spalle del Municipio, nei sotterranei dell’edificio della sede della Direzione dell’ex Banca Popolare, oggi Bper, chiuso e mai reso fruibile. E dire che è stata approntata anche un’elegante copertura in vetro a protezione dell’ingresso. È una piccola area, con scavo iniziato nel 1995, caratterizzata dalla continuità dal VII sec. a. C. fino al XII sec. d.C. con necropoli romana ed imponenti strutture greche.
Insomma abbandonato. Ma non è solo questo lo scavo archeologico rinterrato o ricoperto di cemento e abbandonato È opportuna un’elencazione.
Nel centro capoluogo: cantiere Gravina, scavo dei primi anni ’80 con tipico esempio di quartiere abitativo – artigianale dei VII-VI secc.; Fondo Gesù (Terminal Romano), scavo degli anni ’70, quartiere urbano di epoca greca dei secc. VII- VI, oggi non esiste più niente; via Telesio (sede Imps) scavo iniziato nel 1995 e ricoperto, importantissimo per la tipologia abitativa del IV sec. con statuette fittili, monete, frecce n bronzi e un gruppo di antefisse in terracotta; stadio Ezio Scida ( esterno lato curva sud) di fine anni ’70, quartiere artigianale di epoca greca con notevole presenza di pozzi e fornaci, tutto rinterrato e occupato dalla tanto discussa struttura amovibile della Tribuna coperta e asfaltato con spazio mercatale;
nella stessa aerea , all’interno dello stadio ( tutta ricoperta dal cemento sotto la struttura metallica della curva nord), probabilmente area sacra con ritrovamento di colonne di arenaria con antefisse leonine in terracotta; via XXV Aprile ( sotto il palazzo Foti), strutture e stratificazioni databili dal VIII al III sec. e reperti di epoca romana e altomedievale relativi ad una piccola necropoli, tutto trovasi sotto un elegante edificio condominiale e destinato alla fruizione pubblica e invece abbandonato e visitato da ratti, rifiuti e di volta in volta anche riparo per poveri migranti; area ospedale, scavo eseguito tra il 1993 e il 1997 che ha portato alla luce un quartiere greco importantissimo per la topografia della polis, oggi in totale abbandono; ancora area ospedale, sotto il padiglione del reparto di Microcitemia, scavo del 1992, ha messo in luce un importante quartiere abitativo- artigianale (VII- VI secc.) completo di una casa e di un lungo tratto di strada, notevoli reperti e presenza di frecce in bronzo e tracce di carbone che forse indicano la distruzione della casa da un incendio, attualmente è parcheggio delle auto dell’Asp e dei dipendenti.
Poco più lontano, in via dei Greci una necropoli rinterrata e coperta da un moderno edificio destinato a struttura sanitaria. E solo per rimanere nell’ambito urbano chè il territorio extraurbano e provinciale, in particolare l’area alle spalle della chiesetta di Capocolonna col rischio di crollo della falesia e del sacro edificio stesso, sono ricchi di importanti antichità però bisognosi di opportuni interventi di riscoperta e valorizzazione. Dimenticare non si può e non si deve. Lasciare ancora in abbandono questo ben di Dio sarebbe un delitto per le future generazioni non sottacendo che anche questo settore di cultura fa crescere un popolo in tutti i sensi.