Manifestazione dedicata a San Giuseppe, preceduta dalla benedizione e l’accensione del fuoco in piazza Pugliese con il parroco don Matteo Giacobbe. Si è trattato della messa in scena della rappresentazione de “U Cummitu” curata dell’attore teatrale Luca Murano e dalla Parrocchia San Menna e Santa Maria de Plateis, improntato su San Francesco e Santa Chiara, a cui è seguito la degustazione di piatti tipici della tradizione con esibizione in piazza a cura dell’associazione del Corpo Bandistico Città di Cirò dell’associazione Euterpe. Serata culminata dalla premiazione dei fuochi organizzata dalla Pro-Loco presieduta da Rosaria Frustillo.
Premiati i fuochi
1 POSTO: FUOCO IN ZONA LEGUNO.
2 POSTO FUOCO IN ZONE CASENUOVE.
3 POSTO: SANT’ELIA
Una iniziativa, che vuole proporre e valorizzare l’importanza di una delle tradizioni della cultura popolare cirotana più importante quale appunto “i Focareddi”. “U focareddu”, ha come scopo quello di bruciare oggetti e vecchie erbacce per lasciarsi alle spalle l’inverno e accogliere con gioia la nuova stagione. Nella tradizione popolare, era uso preparare in segno di devozione e ringraziamento, un pranzo, detto “U cummitu”, in onore di San Giuseppe. Il Cummito consiste nel fatto che la famiglia che aveva ricevuto qualche grazia particolare, invitava cinque persone povere: due anziani (San Giuseppe, e San Gioacchino), un giovinetto (Bambin Gesu’) e due donne (la Vergine Maria e Sant’Anna). Gli invitati al “commitu” venivano serviti a piedi nudi dai membri della famiglia che offriva il pranzo, preparato con piatti a base di cinque legumi, maccheroni casarecci, pesce, baccalà, broccoli, asparagi e fritture miste. Finito il banchetto, e salutati gli invitati, che si titolavano di Santi, ad ognuno di loro veniva offerto un pane fatto in casa, “u paniceddu e’ San Giuseppe”. L’usanza di accendere il fuoco la vigilia di San Giuseppe nei rioni del centro storico, ha origine lontane, quando specie i contadini, per ringraziare e raccomandarsi al Santo, dovevano donargli qualcosa ; ma non avendo nulla da offrigli , ognuno portava dalla campagna un po’ di legna e frasche , che veniva accumulata davanti la chiesa omonima per essere bruciata , la sera del 18 Marzo tra canti balli e intrattenimento gastronomico. I tradizionali Focareddi di San Giuseppe, diretti discendenti d’antichi falò, hanno origini perdute nella notte dei tempi che ogni anno, nell’equinozio di primavera, rievocano la leggenda propiziatoria dell’arrivo della Primavera, che proprio in questi giorni è stata salutato dall’arrivo delle Gru uccelli propiziatori presenti anche nello stemma di Cirò.