Da anni ormai il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è in emergenza, così, come da anni nessun provvedimento governativo è stato messo in atto per arginare il cuore del problema, che è essenzialmente quello dei finanziamenti! Basta pensare che nel 2018 la spesa privata è lievitata più del 7,2 rispetto al 2014; nello stesso periodo la spesa sanitaria pubblica ha registrato invece, un meno 0,3. Ciò significa che i cittadini devono pagare di tasca propria per andare a curarsi!
Ma, al 40° anniversario della Riforma Sanitaria approvata nel 1978, dove il nostro Servizio Sanitario nazionale (SSN) fu riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come uno dei migliori di tutto il mondo, universale e gratuito, viviamo in una situazione di emergenza, la sofferenza maggiore è negli ospedali del Centro – Sud: Molise, Sicilia, Calabria, Lazio e Campania. Il settore più penalizzato è quello dell’emergenza e dei Pronto Soccorso, con la drammatica carenza di personale, dove, a livello nazionale si registrano 8/10 mila medici in meno rispetto al fabbisogno, e con il periodo delle ferie estive, ormai, avviate, si avrà un ulteriore “aggravio”.
Tale problema sta assumendo dimensioni rilevanti anche a Crotone, dove, ultimo episodio, alquanto eclatante ed inquietante è la notizia dell’ASP di Crotone della momentanea chiusura del reparto di “Medicina Nucleare” dell’ospedale S. Giovanni di Dio. Per comprendere la gravità della vicenda è necessario fare un breve accenno: la “Medicina Nucleare” è, prima di tutto, un servizio diagnostico, terapeutico e di ricerca biomedica messo a disposizione della medicina generale e specialistica, in grado di fornire valide risposte a numerosi quesiti diagnostici, la Medicina Nucleare deve progredire “INSIEME” alle altre branche della medicina. Insomma, non possiamo continuare ad ignorare le continue soppressioni di servizi dove a pagarne le conseguenze sono sempre gli ammalati, e in particolare gli oncologici…….
E, nella nostra città di Crotone, sappiamo bene, ogni anno si registrano numerosi casi, di gente ammalata e costretta a migrare per potersi curare! Tutto ciò, dovuto al problema delle lunghe liste di attesa e per la carenza dei medici e infermieri negli ospedali. Meno roseo, ma, altrettanto emblematico è la gestione del Pronto soccorso, uno degli snodi principali del rapporto tra cittadino e ospedale, dove, le attese ed il sovraffollamento nei corridoi evidenziano una situazione alquanto critica, complessa e malsana!
A questo si auspica che la Riforma dei P. S. (Pronto soccorso) sia resa concreta, e, la soluzione strutturale del Decreto Calabria fattibile. Oggi, è arrivato il momento di riflettere sulla realtà che viviamo, che esula dall’articolo 32 della Costituzione Italiana :”la salute è un diritto fondamentale dell’individuo e Un interesse per la collettività….” ma, (la salute) a quanto pare non è poi così garantita, e poco si fa per la prevenzione primaria e la promozione della salute e dell’ambiente, salubre in tutti gli aspetti della vita e del lavoro, poco si fa, ancora, per la prevenzione secondaria, attraverso difese e promozione della sanità pubblica, accessibile a tutte e tutti senza vincoli di cittadinanza.
È evidente come il tema della salute impone un dibattito molto più ampio, ma, non basta parlarne, (e per questo forse nessuno ne parla!), servono immediate scelte realistiche e praticabili: va data la possibilità di utilizzare fondi per contratti diretti con cooperative di medici; servono proposte di soluzione da parte di chi gestisce quotidianamente questo servizio :emanare una legge dove si autorizza l’impiego di medici non specializzati per i servizi che non vengono coperti da specialisti, rivedendo pertanto, le scuole di specializzazione ; ma…. soprattutto servono responsabilità professionale e coerenza a non perdere di vista la gestione del paziente (in particolare quello critico), perché è tempo di unire forze e coscienze umane, ma….. per l’ammalato il tempo è soltanto “PREZIOSO” .