Il Santuario Madonna d’Itria prende il nome da “Itria”, diminutivo di “Odeghitria”, titolo mariano che significa “guida, condottiera”: Maria è colei che ci guida sulla buona strada, cioè ci conduce da Gesù, suo Figlio e nostro Salvatore.
La devozione alla Madonna Odeghitria proviene dall’Oriente, in particolare da Costantinopoli, dove era venerata già dal V secolo. Nel periodo iconoclasta (sec. VIII), durante il quale le immagini sacre venivano bruciate per disprezzo, i monaci Basiliani, discepoli di san Basilio, cercarono di salvarne il più possibile portandole con loro nel Meridione d’Italia. Furono essi, molto probabilmente, che costruirono il primo santuario sull’attuale collina d’Itria, chiamata nel passato monte Tabor. Successivamente il luogo divenne una custodia dei Cavalieri di Malta fino al 1500. Andati anch’essi via, il santuario fu abbandonato lungo i secoli a se stesso e alle varie scorrerie di predoni; reso fatiscente dall’incuria e dal disinteresse generale, fu scelto dal vescovo Mons. Faggiano come sede di un convento Passionista. La posa della prima pietra, nel 1940, non ebbe seguito immediato per lo scoppio del secondo conflitto mondiale, ma poi nel 1969 si è inaugurata la casa religiosa e nel 1970 la nuova chiesa, opera dell’Architetto Giuliani di Cosenza. Animatore e promotore infaticabile di tutti i lavori di costruzione è stato P. Arcangelo Paladini al quale è stata dedicata, su iniziativa dei fedeli, una statua in bronzo sul piazzale del Santuario. Dal 1981 la nuova chiesa ospita anche i resti mortali del Vescovo passionista Mons. Eugenio Faggiano, di cui è in corso la causa di beatificazione.
I Missionari Passionisti offrono il loro servizio pastorale nel Santuario e nella parrocchia di Sant’Antonio da Padova, loro affidata da più di 25 anni. L’eco del tempo, narra che sotto la collina, a grande profondità, vi si trovino sette stanze con immense ricchezze. Che sia fantasia, poesia e leggenda, la cosa ha sempre affascinato e fatto sognare. L’esperienza critica ci dice però che in ogni mito e leggenda ci può essere sottesa una realtà, il cui segreto bisognerebbe saper cogliere ed intuire. In questa collina oggi c’è un santuario, nel passato c’era invece una chiesetta, ch’era tanto cara al popolo di Cirò perchè custodiva tra i suoi muri secoli di storia e di tradizioni. In questo luogo le memorie storiche ponevano il primo agglomerato umano della zona: sulle adiacenze di questa collina nei tempi lontani fu costruita la microcittà, chiamata Alichia. Era quasi un fortilizio, dal quale molto facilmente si poteva svolgere un’azione di difesa contro chi avesse tentato di assalire gli abitanti ivi rifugiatisi.
Oggi, dalla collina, lo sguardo spazia su un vastissimo orizzonte, che si perde nel golfo di Taranto e si spinge fino a Capocolonna; un panorama incantevole, in cui il verde degli uliveti e dei vigneti si confonde con l’azzurro del mare Jonio. Sull’amena collina un tempo sorgeva un romitorio ed oggi un santuario ed un convento. Ad Itria, in ogni tempo, fu esercitato un culto verso la Madonna,” invocata come madre della strada oppure come madre di quella evangelica acqua zampillante… “ La festa che si svolgeva sulla collina d’Itria, aveva il sapore agreste e campagnolo; la gente devota alla vigilia si portava alla chiesetta e lì vegliava in preghiera e in canti. Ai solenni riti liturgici del clero di Cirò Superiore e della Marina, il popolo riecheggiava in melodie … ed in armonioso coro ripeteva, in litania: “Madonna mia di vita / Quanti tituli vui aviti /tante grazie cunciditi / Cunciditina una a mia / proprio au suono / dell’Ave Maria”. Oggi ancora, grati al sogno di Mons. Faggiano, al dinamismo vulcanico di P. Arcangelo, coadiuvato dalla saggezza e prudenza dei PP. Vincenzo e Gerardo, e alla generosità del popolo cirotano, Madonna d’Itria, “ gioiello di architettura, tradizionale e moderno fusi in linee semplici e suggestive “, diventa è divenuto un centro attivo di spiritualità mariana. “
Per questo impagabile, prezioso e ineguagliabile dono e servizio, i Missionari Passionisti del santuario, nel ventennale della parrocchia sant’Antonio affidata alla loro cura pastorale, desiderano esprimono sentimenti di gratitudine a tutto il popolo cirotano e a quanti con indefessa generosità hanno fatto sì che il santuario e la collina di Madonna d’Itria, riprendessero vita e splendore.
In onore della Santa, sabato 14 settembre alle ore 19 riprendendo le antiche tradizioni, con l’insostituibile servizio dei portantini, con la fiaccolata e la sua benedizione, la Madonna d’Itria, partendo dalla chiesa di Sant’Antonio, sarà condotta in processione per le vie del paese, con la visita alle chiese parrocchiali, il rientro alla collina e un momento di agape fraterna, con panino e salciccia e a sorpresa un piatto caldo, faranno riassaporare la festa agreste e campagnola che nei tempi passati si svolgeva sulla mistica collina d’Itria..” come ci riferisce lo stesso Padre Giuseppe Pane, per tutti Don Peppe.





