Tra i provvedimenti al vaglio del Governo per arginare l’emergenza climatica il ministro vorrebbe ci fossero le progressive riduzioni dal 2020 (10%) fino all’azzeramento nel 2040 dei sussidi ritenuti ambientalmente dannosi; queste misure colpirebbero anche gli acquisti del carburante utilizzato in agricoltura che, ricordiamolo, servono alla manutenzione del territorio nazionale e al mantenimento dell’alta qualità delle tantissime ed uniche produzioni agricole italiane. Contemporaneamente verrebbero meno anche i sussidi per l’acquisto dei carburanti per l’auto trasporto con penalizzazione conseguente nella distribuzione delle nostre eccellenze in Italia ed in Europa. Quindi se da un lato per ridurre le emissioni dannose si andrebbero a penalizzare i piccoli produttori che con il loro lavoro, duro e quotidiano, tengono curato il giardino Italia e sostengono la qualità della vita degli italiani e non solo (Dieta Mediterranea), penalizzando consumatori già in grave difficoltà, dall’altro si colpirebbero i trasportatori italiani, anche quelli che hanno investito comprando mezzo Euro 6, con basso impatto inquinante, a vantaggio di autotrasportatori che si rifornirebbero all’estero (dove i carburanti non sono pesantemente gravati da accise) danneggiando il nostro Stato. Insomma, se da un lato si invita gli agricoltori a tornare ad utilizzare i buoi per lavorare la terra (!!), cancellando secoli di progresso, si spinge al consumo autarchico dei prodotti locali, favorendo la concorrenza sleale dei grandi che utilizzano mezzi e maestranze straniere. Mai come questa volta il tavolo dove si discute e si decide deve essere perlomeno europeo, ma il “tema”è mondiale e le misure devono assolutamente essere armonizzate, non penalizzanti le nostre imprese e i nostri consumatori.