Margherita Crogliano già dal nome un enigma che nasconde in sé mille sfaccettature, una donna da “vecchio stampo” che nella sua durezza nasconde una grandissima sensibilità d’animo. Una giovane donna che ha esordito nell’ambito letterario già nel 2013 con “Il Cammello in Orbita”, nello stesso anno partecipa ad un concorso di poesie, e una serie di sue poesie sono state premiate e pubblicate in una raccolta antologica Viaggi Di Versi Nuovi Poeti Contemporanei, dello stesso anno è un altro riconoscimento poetico che vede pubblicare una sua opera poetica in un’altra antologia Squarci di Silenzi, dell’associazione collettivo Acca. Nel 2014 pubblica il saggio “Il disturbo oppositivo Provocatorio” nell’edizione Zarlino, uno dei pochi studi di caso in Italia e, nello stesso pubblica un saggio sulla rivista culturale «l’oriolo» con un saggio sulla Relatività del Concetto tempoe un’opera poetica sul Trascorrere del tempo. Nel mese di febbraio dell’anno corrente è stata riconosciuta a livello mondiale come autrice italiana, è stata inserita, infatti, all’internodi un sito portoghese. Risale alla giornata di ieri, 29 Marzo 2021, la pubblicazione della sua opera “Codice Criceto”, un nuovo successo che conserva e prosegue il carattere psicologico della sua opera.
Da cosa nasce la vostra passione per la scrittura?
“Insegno letteratura e storia, le discipline della bellezza, dell’umanità, dell’amore e della riflessione. La mia passione per la scrittura nasce, dunque, dall’amore per le mie discipline, che negli anni mi hanno insegnato a non essere una lettrice superficiale ma a riflettere su ogni singola frase, scavando nell’intimo del mio animo; in questo modo riaffiorano sentimenti ed emozioni sempre nuove, una buona dose di fantasia e creatività sono gli ingredienti della mia scrittura: introspezione, sogno e formazione.”
A chi dedicate il vostro successo? È la stessa musa ispiratrice?
Il mio successo lo dedico, oggi, all’uomo più importante della mia vita, mio padre Bernardo, che fin da piccola mi ha spinto a spegnere la tv e a cercare di nutrire creatività e placare l’irrequietezza caratteriale tra le pagine di un buon libro. È a Lui che dedico ogni singolo successo, all’uomo che mi ha insegnato ad Essere piuttosto che apparire! La mia musa ispiratrice? La vita, che è tutto un mistero, un’avventura, una scoperta, una incognita, ma è bellissima e pertanto vale la pena di ispirarsi ad essa.”
Da un’attenta lettura delle sue opere, sembra che queste siano a carattere autobiografico, è una pura casualità o è del tutto voluto?
“Non c’è nulla di autobiografico nelle mie opere, tuttavia ogni autore mette un po’ di se’ in ciò che scrive.”
Le numerose vicende degli ultimi anni, influenzeranno il contenuto delle prossime opere?
“Assolutamente no! Come dicevo prima, la mia musa ispiratrice è la vita, sono convinta che bisogna vivere ogni singolo momento, grazie a Dio essa ci regala momenti felici e tristi, un altalena di emozioni che servono a crescere, a migliorarsi ed a mettersi in gioco. Può succedere di sbagliare e cadere ma il focus sta nel rialzarsi e ripartire con più forza di prima, d’altra parte chi si ferma è perduto ed io non mi sono mai persa. Ho fatto fatica, forse, a vedere la mia stella polare ma l’alba sorge tutte le mattine e con essa anche noi. Perché dover tediare i lettori con banalità di vita vissuta?”
Le sue semplici e chiari risposte rispecchiano la sua personalità, una donna guerriera, una donna che non si arrende davanti al primo ostacolo ma che piuttosto ci mette l’anima, una donna capace di tutto, che non ha peli sulla lingua. In fondo uno scrittore vive al limite dell’equilibrio e della follia, tra mille spiagge lontane tra loro, spiagge in cui poter viaggiare, un porto sicuro, anche se immaginario, in cui poter approdare. Tutto questo Ella lo ha trasportato e armonizzato nelle sua attività creativa, attività che non si ferma solo all’opera scritta ma che si contestualizza nella vita pratica, nel lavoro. Lavoro in cui mette tutta se stessa, studiare storia e letteratura e semplice, si tratta solamente di memorizzare per poi ripetere la cosiddetta “pappardella”, con lei non è così, ogni evento, ogni autore è un modo per conoscere se stessi, per sviluppare un pensiero critico, un modo per guardare il mondo con gli occhi di un bambino in completa spensieratezza ma con la saggezza di chi ha vissuto già mille vite.
Giuseppe Lopilato