
Con gli interventi di Maria Rosaria Romano, presidente dell’AIS Calabria, Rosario Brenda, sommelier, del noto giornalista del settore vitivinicolo, Gianfranco Manfredi e dell’editore Florindo Rubettino, si è svolta una illustrazione della vita della cantina più rappresentativa e nota nel panorama vitivinicolo della Calabria e, da anni, nota nel panorama nazionale e internazionale. Un’azienda che cresciuta grazie alla lungimiranza e passione del capostipite, Raffaele LIbrandi, ha saputo negli anni successivi, con la perseveranza e sguardo al fututo dell’indimenticato Antonio Librandi, affiancato dal fratello Nicodemo e oggi dai figli, lanciare l’azienda nel panorama Internazionale. Tre le direttive seguite: lavoro sulla struttura aziendale; rafforzamento delle competenze con forti investimenti nel cambiamento, nella ricerca e nella formazione per rafforzare il sapere e il saper fare; forte azione sul piano della identificazione con il territorio attraverso lo sviluppo del patrimonio culturale del territorio e della Calabria. Un’azienda impegnata a 360 gradi che con questo libro lancia un messaggio importante: “ Il Cirò e la Calabria, possono ripartire, nonostante il momento critico dettato dalla crisi attuale, dalle sue eccellenze e, come hanno ripetuto i relatori, dall’esempio della cantina Librandi per rilanciare l’immagine di una Calabria che deve e vuole rinascere”. Una storia, raccontata in un libro importante, prodotto da Rubettino, che attraverso il sudore degli operai, il lavoro degli operai e dei dipendenti, la lungimiranza dei titolari che hanno saputo unire l’amore per la propria terra a quello della tradizione vitivinicola e della enogastronomia, ma soprattutto un messaggio di successo che può e deve spingere i giovani a perseguire strade innovative e di maggiori successi, economici e sociali. Durante la presentazione, anche l’intervento di Sergio Ippolito, amico ed estimatore che ha spinto gli intervenuti a raccontare aneddoti, curiosità, intorno all’azienda e ai suoi fondatori e titolari che hanno dato fiato a una “storia lunga, cominciata un secolo fa che oggi vedono la Cantina superare il traguardo dei due milioni e mezzo di bottiglie. Con un export che sfiora il 50% e copre oltre 40 paesi, dalla Germania all’Usa, dal Giappone alla Russia, dal Regno unito alla Cina, Danimarca, Libano e Australia comprese”, ma rimanendo sempre legati al proprio territorio, ai propri vigneti, alla propria terra. Si dice “rammaricato”, Nicodemo Librandi, per il momento dettato dalla pandemia e quindi l’impossibilità di potere presentare il libro con una adeguata manifestazione in presenza, ma, ci ha riferito, appena la situazione epidemiologica lo permetterà, “contiamo di ripetere l’evento con una grande giornata dedicata alla storia della Cantina, ma soprattutto al nostro vino Cirò.”