
Ripreso il gemellaggio religioso tra Cirò e Cirò Marina che hanno in comune lo stesso San Cataldo: Patrono di Cirò Marina e protettore di Cirò, non avveniva da settanta anni;Un evento importante che i due sindaci hanno promesso di continuare nel tempo, proprio nello stesso modo di come avveniva una volta. Dunque un gemellaggio che ha visto nel borgo medievale, la presenza del sindaco di Cirò Marina Sergio Ferrari, il parroco della chiesa San Cataldo di Cirò Marina Don Thomas, ed un nutrito gruppo di fedeli insieme al comitato san Cataldo, che hanno incontrato in piazza Mavilia, dove erano ad attenderli, il sindaco di Cirò Mario Sculco, il parroco don Matteo Giacobbe, il comitato per San Cataldo di Cirò, numerosi fedeli, la banda musicale Euterpe e i suonatori della tradizionale zampogna. Una nutrita folla di Cirò Marina è salita a Cirò – ha detto il sindaco- per onorare San Cataldo di Cirò, dove da piazza Mavilia, ci siamo avviati tutti insieme, io il sindaco in prima fila, parroci e tutto il resto verso la Chiesa di San Cataldo a prendere la statua del Santo, accompagnati dalla musica sia della tradizionale zampogna che della banda musicale Euterpe, per poi dirigerci tutti insieme in processione fino alla chiesa di San Giovanni. In Chiesa- prosegue Sculco- è iniziata la concelebrazione eucaristica della Santa messa officiata da don Thomas e da don Matteo; è stata una celebrazione veramente toccante ed emozionante. I parroci Don Thomas e don Matteo, hanno parlato di comunione di fede di due popoli uniti dall’amore dello stesso Santo, ma anche di tante altre cose, come le amicizie, i matrimoni contratti, e tante altre cose che legano i due popoli. Emozionante i discorsi dei due sindaci Mario Sculco e Sergio Ferrar rivolto all’amore e all’amicizia verso San Cataldo, quando tutto il popolo lo festeggiava insieme. Un evento che unisce dal punto di vista religioso due popoli come settanta anni fa, molto gradita ai fedeli dei due paesi limitrofi presenti al gemellaggio. “ La giornata di oggi, è una giornata storica” – ha detto il sindaco Mario Sculco- è stato solo un cammino di fede, unito verso la preghiera di due popoli, che dopo settant’anni, si riprende gloriosamente, verso la devozione e la protezione di San Cataldo, e null’altro. Solo un cammino di fede e null’altro insieme, precisa ancora il primo cittadino, pur rimanendo nelle proprie autonomie e nelle proprie giornate di feste, troveremo sempre un punto d’incontro, uno spazio a incastro tra le due comunità in nome di San Cataldo. Dunque un gemellaggio da rinnovare e mantenere vitale nel tempo in nome della fede, proprio come lo è per il nostro Patrono San Nicodemo Abate di Cirò con il popolo di Mammola. Come vuole la tradizione, ogni anno la statua miracolosa del Santo viene portata in periferia per benedire e proteggere i campi, gli allevamenti, fino alla zona Cappelliere presso la cappella della famiglia Giglio, dove nel vicino uliveto si svolge di consueto tradizionale Agape fraterna proprio come si faceva una volta. E dopo la benedizione dei raccolti, delle terre, e degli allevamenti, la statua viene portata presso la chiesa della Madonna di Pompei come vuole la tradizione, e da quì dopo la santa messa una lunga processione da via Sant’Elia si snoda per le vie del paese fino al rientro del Santo giorno 10, nella sua chiesetta omonima in zona Cannone. Come vuole la tradizione al passare del Santo, dai balconi vengono stese le coperte più belle, per la benedizione delle famiglie, oltre alla pioggia di petali di “Zuzzulo” di San Cataldo, un fiore colorato della famiglia delle Asteracea(un crisantemo selvatico che si chiama Glebionis coronaria) che fiorisce proprio in questo periodo, che ognuno fa cadere sulla statua al suo passare. San Cataldo annuncia la bella stagione, e tutto il popolo cirotano è in festa per il Santo protettore dei raccolti e degli allevamenti. Molte le tradizioni rispettate, come i nastrini benedetti e portafortuna chiamati ”Zagarelle”, i dolci tipici di San Cataldo, i tavoli votivi e il suono della tradizionale Zampogna. La festa di San Cataldo una volta, era una delle più sentite dal popolo cirotano, e il comitato vorrebbe che tornasse al suo atavico splendore, forse con il rinnovo delle tradizioni che vede la limitrofa Cirò Marina partecipare a questo cammino di fede , si potrà riprendere .















