
Venerdì 16 maggio il pastore Bennardo dipendente dell’azienda Tosto ha trovato un Avvoltoi morto nei pressi dell’allevamento di vacche podoliche che lui accudisce amorevolmente tutti i giorni. Il grosso uccello è stato trovato ai bordi di un lago artificiale. L’avvoltoi Grifone Gyps fulvus era marcato con due anelli, uno in metallo dove indicava un numero M741 e un anello in plastica H92. L’anello in plastica serve per la lettura a distanza se l’uccello viene osservato nuovamente. La carcassa è stata consegnata all’ornitologo Mario Pucci che subito dopo è stata ritirata dal servizio veterinario di Crotone. L’uccello verrà sottoposto ad analisi per capire la causa della morte.
L’aspetto è quello tipico dell’avvoltoio: testa e collo non hanno un piumaggio sviluppato ma solo un corto piumino, per facilitare l’ingresso della testa nelle aperture delle carcasse; attorno alla base del collo c’è un collarino di piume che impedisce che il retrostante piumaggio si sporchi di cibo; le ali sono ampie, con remiganti primarie profondamente incise, tipiche del buon veleggiatore. Alla base del suo becco sono presenti narici molto marcate. Durante il volo il collo è tenuto ritratto, piegato a S e quasi sembra scomparire nel collarino.
Può rimanere in volo per centinaia di chilometri senza sbattere le ali, può volare sino ai 6000 metri di quota solo sfruttando le correnti ascensionali. La coda corta e quadrata lo rende immediatamente riconoscibile in volo da altri avvoltoi con simili contrasti cromatici, come l’avvoltoio barbuto. Il piumaggio definitivo viene raggiunto dopo una fase giovanile in cui l’uccello è più scuro. Dati metrici: apertura alare 2,4 – 2,8 m, lunghezza dalla punta del becco alle timoniere 95 – 105 cm, peso 7 – 12 kg. L’aspettativa di vita è sui 30-40 anni e diventa sessualmente maturo verso 5-7 anni; la deposizione delle uova avviene tra la metà di gennaio e l’inizio di febbraio. La cova dura 52 – 58 giorni e il tempo di permanenza nel nido circa 110 – 120 giorni.
La covata è di un uovo solo. Si nutre prevalentemente di carogne. I grifoni possono formare colonie separate e sono piuttosto fedeli al loro luogo stanziale. Si sposta solitamente in stormi di parecchi individui. In Italia la specie si era estinta ovunque tranne che in Sardegna, ma è stata reintrodotta con successo in Sicilia, in Calabria, in Basilicata, Friuli-Venezia-Giulia, in Abruzzo, in Piemonte e in alcune zone dell’arco alpino nell’estremo ponente Ligure.
In particolare, in Sicilia è stato reintrodotto all’interno del Parco dei Nebrodi, specialmente nei comuni di Alcara Li Fusi e Militello Rosmarino; in Calabria, sul massiccio del Pollino, sono stati introdotti degli esemplari a più riprese, di cui alcune coppie sono diventate stanziali e nidificanti; in Friuli-Venezia-Giulia un progetto di reintroduzione del grifone nella Riserva naturale del Lago di Cornino, degli inizi degli ’80, ha portato allo sviluppo di una colonia di circa 150 individui monitorati, con 44 nuovi grifoni involati nel 2020, unica colonia dell’arco alpino in crescita ed espansione di areale; in Abruzzo, sul Monte Velino, sono stati reinseriti circa 80 esemplari e, grazie alla riproduzione, la popolazione è in aumento (con un numero di esemplari stanziali che, nel 2010, era di circa 35 individui tra adulti e giovani, inanellati e non); a partire dall’agosto 2006, sono stati avvistati degli esemplari anche sul versante occidentale aquilano del Gran Sasso; sono presenti numerosi esemplari nella zona di Petrella Liri, frazione del comune di Cappadocia, sempre in provincia di L’Aquila; in tempi più recenti si sono registrati avvistamenti sulle Dolomiti, in Veneto, sul massiccio della Marmolada.
Altri avvistamenti si sono avuti ad Usseglio nelle alte Valli di Lanzo. Nel Parco nazionale del Pollino sono stati reintrodotti nel 2002. Recentemente il Grifone è tornato in Calabria, nel Parco Nazionale del Pollino, dove, sui monti dell’Orsomarso, è stanziale una colonia di circa 20 esemplari.







