Caterina Semerano, presidente dell’associazione Argo di Cirò Marina, che si occupa, “nel possibile e con propri mezzi” della cura e adozione dei cani randagi e abbandonati, ha voluto intervenire circa le osservazioni fatte su tale, aggiungiamo noi, lodevole servizio, fatte da pur rispettabili cittadini, “che forse, non conoscono bene il contesto e cosa si muove intorno alla sua iniziativa”. Ci dichiara la Semerano. “Ho ricevuto osservazioni critiche, se pur legittime, da qualche cittadino che ha riferito di “fetore… non rispetto della Torre Nuova…rifiuti abbandonati” a ridosso della quale, allo stato, si trova l’oasi canina. Queste critiche, continua, ledono la tutela e il lavoro gratuito profuso e sottolinea in modo inusuale, la mancanza di sensibilità verso gli stessi animali e di quanti si prodigano per favorire una maggiore salvaguardia degli stessi animali e quindi della vivibilità della città e dei suoi cittadini.” Si sfoga la Caterina Semerano, definendo “egoisti e insensibili”, quanti “dovrebbero aiutare perché appartenenti ad una comunità e non pensare solo a se stessi, egoisticamente”.
Anche alle critiche di quanti si sono lamentati del fatto che i cani “disturbassero i turisti…” e che “molti di loro si sono avvicinati e hanno dato anche un contributo economico per il sostegno dell’azione di assistenza di questi animali.” Ma, aggiunge, “forse qualcuno, a danno dell’intera Comunità, preferisce che l’Ente comunale paghi oltre 130 mila euro all’anno ad un canile, poco curandosi dell’aspetto pubblico e dell’onere finanziario e cioè del fatto che in fondo siamo noi tutti cittadini che paghiamo questi costi.” Concludendo afferma che, pur rispettando il punto di vista altrui, gradirebbe che quello che si pensa lo” si dica “de visu” e non criticando sufficientemente o addirittura, come le è successo, danneggiando la proprietà e i sentimenti di chi si spende per questi poveri animali spesso abbandonati e maltrattati.” Forse sarebbe il caso, aggiungiamo noi, che l’amministrazione e lo stesso Sindaco Siciliani, che si è sempre dimostrato sensibile e vicino al problema, desse “un’accellerata” alla risoluzione del problema. In effetti, è di qualche mese fa la delibera di giunta per l’espropriazione di alcuni terreni di proprietà dell’Eni, dove dovrebbe sorgere un’oasi canina. Un’oasi che sarà non solo luogo di accoglienza per gli animali, ma un luogo dove coniugare, formazione, educazione, pet therapy ecc. Si attende quindi la risposta, speriamo positiva dell’Eni, conclude la Semerano, poi i cani e gli operatori stessi, Caterina Semerano in primis, lasceranno l’attuale sede dell’oasi e, conclude sarcasticamente, “non disturberanno nessuno”. Bisognerebbe, come in tutte le cose, sapere leggere e valutare le situazioni a 360 gradi e non, come troppo spesso avviene, guardare il proprio orticello”
… ‘che qualcosa si muova’, chiedo scusa.
Non ci si può voltare dall’altra parte né davanti al problema del randagismo né davanti all’altro problema rappresentato dalla conservazione e dal degrado del patrimonio artistico – e culturale più in generale-. Dare asilo ai cani randagi è opera di sicuro lodevole, ma anche soccorrere la torre sarebbe stata cosa altrettanto lodevole. Le condizioni attuali della costruzione non sono, peraltro, quelle illustrate dalla foto, almeno… non lo erano a settembre 2014. Per il resto cosa dire? Che quei blocchi di cemento all’interno della torre sono davvero, ma proprio davvero,insopportabili. Speriamo che qualcosa si muove, per i cani e… ‘per la storia di Cirò Marina’. Grazie
C. A. Amoruso, Piacenza.