I finanzieri di Catanzaro hanno eseguito 5 misure cautelari nei confronti di dirigenti, funzionari e consulenti della società “Calabria Verde”, indagati a vario titolo per abuso d’ufficio, peculato, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale e minacce a pubblici ufficiali. L’ordinanza cautelare e’ stata emessa dal giudice per le indagini preliminari dott. Giuseppe Perri, su richiesta del procuratore aggiunto dott. G. Bombardieri e del sostituto procuratore dott. A. Prontera della procura della repubblica di Catanzaro diretta dal dott. Nicola Gratteri. I provvedimenti (due custodie cautelari in carcere, uno ai domiciliari, un obbligo di dimora e una interdizione) riguardano il direttore generale pro tempore, tre dirigenti, di cui uno in pensione, e un consulente esterno di “Calabria Verde”. La società “Calabria Verde”, società costituita nel maggio del 2013 nella quale sono confluite l’azienda forestale della regione Calabria e le comunita’ montane, è un ente in house regionale con il compito di assolvere in modo unitario a tutti gli interventi sul territorio nel campo della forestazione e della difesa del suolo.
LE INDAGINI – In particolare, le complesse ed articolate attività investigative della guardia di finanza hanno consentito di evidenziare il compimento di illeciti nell’ambito di un progetto comunitario poiché sono stati impiegati fondi per circa 80.000.000 di euro, stanziati per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua e per i rischi frane del territorio regionale, per fini differenti rispetto a quelli previsti, in quanto erano utilizzati progressivamente per il pagamento in via stabile e continuativa degli stipendi ordinari e degli straordinari dei dipendenti di “Calabria Verde”.
FONDI PER L’ABITAZIONE DEL DIRETTORE – Le indagini hanno, altresì, consentito di appurare ulteriori fatti gravissimi ed in particolare che il direttore generale pro tempore aveva fatto eseguire alcuni lavori di ristrutturazione della propria abitazione privata, utilizzando operai (che risultavano in servizio, così distraendoli dall’attivita’ dell’ufficio) e mezzi della azienda nonche’ acquistando materiale con i soldi dell’ente pubblico per un danno complessivo alle casse della stessa di quasi 33 mila euro.
INCARICHI SENZA QUALIFICA – Da ultimo, è stato accertato che era stato conferito un incarico da “dottore agronomo” per 30 mila euro, di cui riscossi solo 17 mila euro, ad un agrotecnico, amico del medesimo direttore generale, senza che ne avesse i titoli per ricoprirlo (peraltro all’interno dell’ente vi erano almeno 18 dipendenti con la qualifica e i titoli per poter svolgere il medesimo incarico). In particolare, sebbene la società avesse approvato un avviso pubblico per la creazione di una short list per l’affidamento di un incarico di redazione del piano di gestione forestale, aveva comunque designato l’agrotecnico pur non avendo questi i titoli di “dottore agronomo”.