Qual è la natura del rapporto politico tra il Partito Democratico e la Prossima Crotone? Banalmente è questa la domanda che non è mai stata posta nelle sedi adeguate del Pd. Di certo è una domanda che non ha mai tenuto conto del sentimento dell’elettorato del Pd: o meglio, di quello che ne è rimasto. Dopo un’aspra campagna elettorale per le amministrative del 2016, vissuta su blocchi contrapposti e caratterizzata da una forte contrasto politico ed ideale, oggi il Pd crotonese e la formazione sculchiana sono di fatto alleati alla elezioni provinciali 2019.
E qui è il caso di fare un mea culpa sulla riforma degli enti locali del 2014, la c.d. legge Delrio. In particolare, con riferimento al suo sistema di elezione indiretta dei rappresentanti provinciali. Quella riforma, che svuotò le province di funzioni e di significato politico, era stata predisposta in vista della futura abolizione dell’ente Provincia. Abolizione prevista dalla riforma costituzionale, mai approvata e bocciata nel 2016. Sono passati 3 anni da allora, e le province sono rimaste lì, in un limbo che non fa bene a nessuno. O forse non proprio: con l’elezione diretta dei consiglieri provinciali, avremmo assistito ad un così plateale voltafaccia con i propri elettori? Avremmo visto Pd e formazione sculchiana alleati? Forse no, forse sì. Quel che è certo, è che nel Pd crotonese non si è mai affrontata la questione politica del rapporto con la Prossima Crotone dopo la catastrofe elettorale. Al contrario, si è assistito a giochetti poco edificanti in Consiglio comunale, con il principale partito di opposizione (?) andare spesso in soccorso della maggioranza
Noi Giovani democratici di Crotone crediamo che chi ha permesso tutto ciò abbia una scarsa conoscenza del suo stesso elettorato; non conosca la sua rabbia e delusione di fronte a simili scelte contraddittorie e irrispettose del suo voto. In particolare, come dare torto a quanti hanno votato con entusiasmo il 3 marzo alle primarie, fiduciosi di vedere un nuovo corso anche nel Pd cittadino, e solo qualche giorno dopo essere cocentemente delusi? Sono scelte che si pagano con il tempo. Non stupiamoci se poi il Partito democratico crotonese ottiene così scarsi consensi. In politica è più che lecito cambiare idea e mettere in discussione la propria linea ma questo deve essere sempre frutto di processi franchi, consapevoli e democratici. Altrimenti si tratta di mero trasformismo.
I GD di Crotone apprezzano la scelta del capogruppo dimissionario Michele Ambrosio e, all’interno del partito, continueranno a difendere quella stessa coerenza.