
A Cariati il 25 novembre a si è trasformato in una giornata di forte impegno civile che ha visto protagonisti gli alunni dell’Istituto Comprensivo e gli studenti dell’IIS, entrambi diretti dalla dirigente Sara Giulia Aiello.
La mattina, presso il Plesso Di Napoli dell’IC, è stata inaugurata la Panchina Rossa, un momento intenso, reso ancor più toccante dal gesto della nipote di Battistina Russo, vittima di femminicidio, che ha deposto una rosa rossa in sua memoria. Letture, poesie e riflessioni degli studenti hanno ribadito il ruolo educativo della scuola nella prevenzione della violenza di genere fin dalla giovane età.
Presenti anche il sindaco Cataldo Minò e la delegata alla Cultura Alda Montesanto, quest’ultima ha sottolineato come la violenza di genere sia “una sfida culturale che richiedeuna rete educativa forte e corresponsabile”, ricordando che il cambiamento più autentico nasce proprio dai bambini e dalla costruzione precoce di una cultura del rispetto.
A seguire, nel pomeriggio, nella cornice suggestiva del Civico Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni, diretto da Assunta Scorpiniti, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne si è trasformata in un momento di cultura partecipata. L’iniziativa “Donna, vita, libertà di essere… oltre il silenzio” ha visto gli studenti dell’IIS presentare il video “Il silenzio che urla”, diretto dalla prof.ssa Daniela Mancini.
I ragazzi hanno, inoltre, interpretato brani di “Passi affrettati” di Dacia Maraini, alternandosi ai versi delicati e incisivi della poetessa Marta Siciliano e alle esibizioni coreografiche della scuola “Il ritmo del Successo” che hanno trasformato il tema in movimento e dato voce ai corpi per raccontare ciò che spesso le parole non riescono a dire.
La psicologa Assunta Cosentino, invece, ha offerto un approfondimento definendo la violenza di genere “un fenomeno di salute pubblica”, analizzandone radici culturali, stereotipi e disparità di potere.
Presente anche la sezione di Cariati della Lega Navale Italiana con il presidente Francesco Cufari e i suoi piccoli velisti che hanno donato le cime rosse contro la violenza sulle donne, da loro realizzate con i nodi marinari.
Anche gli alunni della secondaria di primo grado dell’I.C. Cariati hanno voluto richiamare l’attenzione su un tema sociale drammaticamente attuale, insieme ai loro docenti. Ispirandosi al diffuso progetto delle panchine rosse, simbolo universale di sensibilizzazione contro la violenza di genere, gli allievi hanno dedicato la loro panchina alla memoria di Martina Carbonaro, una loro coetanea uccisa in modo atroce da colui che avrebbe dovuto rappresentare il suo primo, spensierato amore.
Il messaggio scelto per accompagnare la panchina è intenso e potente: “L’amore non è prigione, è libertà. L’amore non è morte, è vita.”
Parole che sono state al centro degli interventi dei ragazzi, capaci di riflettere e rielaborare il tema con sensibilità, originalità e consapevolezza, offrendo punti di vista diversi su una problematica purtroppo sempre più rilevante, anche alla luce dei recenti interventi legislativi in materia di femminicidio.
Alla manifestazione hanno partecipato anche i beneficiari del progetto SAI, con la toccante testimonianza di una coppia libanese che ha portato un messaggio di speranza e di amore perché fondato sul rispetto reciproco e sulla tenerezza.
“Le due iniziative hanno posto al centro il protagonismo dei giovani, confermando il ruolo della scuola come spazio di educazione civile e presidio fondamentale nella costruzione di una cultura capace di riconoscere, prevenire e contrastare ogni forma di violenza”.
Questa la visione della dirigente Sara Giulia Aiello, che ha reso possibile un percorso unitario fondato su ascolto, prevenzione e cultura del rispetto.










