La Chiesa di Crotone – Santa Severina, esprime il suo quarto vescovo nello spazio di pochi anni. Dopo don Gino Cantafora vescovo di Lamezia Terme, don Giancarlo Bregantini già vescovo di Locri ed oggi di Campobasso – Boiano e don Tonino Staglianò assegnato alla sede di Noto, anche don Pino Caiazzo è vescovo eletto. Lo ha annunciato oggi, alle ore 12, l’Arcivescovo Mons. Domenico Graziano, nella Cattedrale Basilica Minore, leggendo, davanti a Mons. Cantafora, al Vicario generale don Giuseppe Marra, tutto il clero diocesano, i numerosissimi parrocchiani della chiesa di san Paolo ed una folla immensa di Isola Capo Rizzuto, il Decreto della Nunziatura apostolica con il quale Papa Francesco ha eletto don Pino arcivescovo della prestigiosa sede episcopale di Matera – Irsina, patrimonio dell’Unesco e Capitale della Cultura 2019, col titolo di Abate dell’Abazia di San Michele Arcangelo di Montescaglioso.
Don Pino Caiazzo, cinquantasettenne, è il secondo figlio, dopo Mons. Staglianò, di Isola Capo Rizzuto elevato alla sede episcopale. Il neo eletto vescovo viene dalla parrocchia di San Paolo del rione Tufolo della cosiddetta Crotone 2, il moderno agglomerato urbano in continua espansione edilizia. Qui don Pino, da 1985, ha diretto la parrocchia in modo instancabile, creando tantissime opportunità di aggregazione per giovani e meno giovani, ha dato vita a movimenti di spiritualità. Insomma è stato, in questi anni, un amato trascinatore che ha coinvolto tutti i parrocchiani nei vari momenti liturgici e non solo della comunità, una comunità parrocchiale viva, attiva ed in continua evoluzione e sempre verso il bene comunitario. In questi anni, il novello Pastore, esperto in Liturgia è stato anche docente a fianco dei giovani seminaristi del Seminario di San Pio X di Catanzaro e nella veste di Direttore liturgico ha collaborato con i vescovi Giuseppe Agostino, Andrea Mugione e i citati Cantafora e Graziano. Una cosa è certa: nella Città dei Sassi il buon Pino non sarà vescovo curiale ma Pastore fisicamente in mezzo al suo gregge per cum-prendere le sue ansie, i suoi bisogni, le attese e le speranze come lo è stato per trenta anni tra le pecore della “sua” San Paolo di Crotone. Le sue omelie, poi, riscalderanno gli animi del popolo di Dio e rinnoveranno amore, spiritualità e fede.