E’ quando si viene a conoscenza all’indomani dell’incontro del primo cittadino con la soprintendenza, dove è stato discusso un piano di assicurazione ed un itinerario sicuro nel castello, naturalmente attraverso una visita guidata. Era l’anno 1997 quando il castello fu aperto per la prima volta al pubblico sotto l’amministrazione Sculco, fu da subito oggetto di studi da molti studiosi e tutti attratti dal disegno geometrico situato nell’atrio del castello : una stella a otto punte esterna che ne racchiude un’altra a nove punte concentrica inserita su due line perpendicolari formante una croce lungo la quale si trovano simboli astrali e di gnomia. Probabilmente una rosa dei venti ed una meridiana. Ma i misteri non finiscono qui infatti nel castello sono stati rinvenuti disegni su una parete con un alfabeto normanno i cui segni fanno riferimento alla scrittura Rune propria dei Normanni. Sotto il pavimento invece la stanza dello scirocco dove d’estate la temperatura si ferma a 13 gradi, e ancora la coloratissima stanza del Principe, la stanza blu, i merli del tetto, gli antichi forni, la piccionaia, le torri, le prigioni, la pietra dedicata a Vespasiano Spinelli, e all’ultimo ritrovato una data attorno la stella: una data 1564 o una sigla con data I.S. 64. Sono dunque tante le novità e i misteri che ruotano attorno al castello che farebbe riprendere quel flusso turistico intrapreso anni fa quando si erano registrati migliaia di turisti provenienti dall’America, dall’Australia, dalla Norvegia , Germania, Inghilterra, Francia, Italia compresa naturalmente per ammirare questo gioiello unico nel suo genere: presenta 360 stanze una per ogni giorno dell’anno. Solo una struttura cosi’ ambita, già monumento nazionale potrebbe ospitare la sede dell’Enoteca regionale. Cirò, territorio da sempre vocato per storia e natura alla produzione di uve esportate, riconosciute ed apprezzate in tutto il mondo attraverso il suo vino. In proposito così scrive il sindaco:” Dall’istituzione della Legge Regionale è già passato troppo tempo, bisogna intervenire. La casa dei vini di Calabria dovrà trovare sede per storia e cultura che la contraddistingue, nel castello Carafa, recentemente acquistato e a tutti gli effetti patrimonio comunale. È dunque questo l’appello che il Sindaco Francesco Paletta rinnova al Presidente della Giunta Mario Oliverio rivendicando il ruolo che questo territorio, dove si concentra l’80% della produzione vitivinicola di tutta la Calabria, merita di avere per lo sviluppo del turismo del vino non solo per il cirotano ed il crotonese, ma dell’intera Regione. Intanto nei prossimi giorni verrà avviata l’estirpazione delle erbacce nel castello , e subito dopo verrà proposto un itinerario da seguire all’interno del castello con sicurezza per poter ammirare tutti i tesori che racchiude da quel lontano 1496. Naturalmente la speranza dei cittadini cirotani per il futuro è quella di vedere un giorno il castello restaurato.
Credo che fino a quando il maniero non sarà di proprietà del comune (pagare al proprietario la somma dovuta) una qualsiasi proposta fatta in Regione non verrà presa in considerazione. Come al solito siamo ancora al niente.