Vincenza Alessio Librandi, di recente è stata incaricata in qualità di delegata Regionale dell’Associazione Nazionale “Le Donne Del Vino”, e con un incontro presso il Centro Culturale “A Casedda”, laddove, Danila Quattrone e Francesca Bellocco, architetti designers, hanno tenuto il filo di una mostra dedicata agli accessori del vino. L’evento è stato organizzato in collaborazione con la Delegazione Calabria dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino in occasione della Festa delle Donne del Vino in Italia, in programma dal 2 al 9 marzo in tutta Italia, il cui tema di questa edizione è appunto, “Donne vino e design”. ”Una iniziativa, si legge in una nota di Donatella Cinelli Colombini, presidente delle “Donne del Vino” e ideatrice dell’iniziativa , che vale anche una scommessa ma che potrà essere un punto di riferimento nel tempo per sviluppare un cambiamento di approccio delle consumatrici di vino che oggi sono sempre in numero maggiore e sempre più esigenti”.
All’interessante iniziativa è intervenuta la giornalista Concetta Schiariti che ha relazionato sul sempre maggiore impegno delle donne nel settore vitivinicolo che genera imprenditoria e Miriam Pugliese, che ha parlato della sua esperienza a capo della Cooperativa “Nido di Seta” di San Floro, di recente presa ad esempio per le implicazioni ambientali ed economiche del progetto che fa capo alla sua cooperativa. Un modo nuovo per celebrare la Festa delle donne che così “diventa Festa delle Donne del Vino e mette sotto i riflettori l’apporto di creatività, rinnovamento e qualificazione fornito del “gentil sesso” al proprio comparto produttivo. Un modo orgoglioso ma anche costruttivo per dire che il vino sta cambiando look e questa rivoluzione è rosa”. «Il mondo del vino – si legge sul sito ufficiale dell’Associazione – diventa fashion, si lega alle scelte culturali delle persone che lo producono e lo consumano. La bottiglia e gli accessori da vino si trasformano in arredi civettuoli della casa e della tavola e non sono più solo strumenti di un servizio ben fatto. Persino il colore di etichette, packaging, luoghi e accessori del vino viene influenzato dalla femminilizzazione: meno blu, nero e grigio, più rosso e pastelli. Anche il linguaggio che viene utilizzato è spesso fuori dagli schemi, quando non di rottura rispetto alla tradizione, portando ad accendere la discussione sulle nuove forme di comunicazione». Un tempo un settore quasi nella sua totalità appannaggio dell’uomo oggi appare decisamente indirizzato a vedere e dare un nuovo ruolo alle donne che oggi guidano un terzo delle cantine italiane. Ecco che la bellezza del vino diventa più importante che nel passato, proprio a seguito del maggior peso del giudizio femminile sia gustativo che espositivo. Per loro infatti l’immagine conta, anzi conta molto.