“Il risultato delle primarie del centro sinistra a Crotone e in Calabria– come nel resto d’Italia – rappresenta una prima importante risposta al clima di antipolitica che da tempo spira sul territorio nazionale e nelle periferie del Paese – afferma in una lunga nota Giuseppe Napoli. La straordinaria partecipazione registrata nella giornata di domenica scorsa costituisce un valido antidoto al diffondersi della sfiducia verso il sistema politico, ma allo stesso tempo essa rappresenta un impegno di forte discontinuità che la coalizione di centro sinistra ha assunto verso gli elettori ed i suoi militanti. Un impegno che dovrà onorare negli appuntamenti importanti che si stagliano sin d’ora all’orizzonte dell’ormai prossima stagione politica. Il successo raccolto da Matteo Renzi – che nella città di Crotone si attesta intorno al 39%, la più alta percentuale tra i capoluoghi calabresi, prevalendo addirittura sul segretario nazionale Pier Luigi Bersani nei comuni più popolosi del territorio (Isola Capo Rizzuto, Cirò Marina, Rocca di Neto e nel territorio di Papanice) – rappresenta un risultato straordinario che premia le intuizioni del giovane sindaco di Firenze e il lavoro politico e organizzativo dei nuovi gruppi dirigenti locali e delle giovani generazioni che entusiasti si sono ritrovati nel sostenere la forte domanda di cambiamento che giunge ormai impetuosa, sino a prorompere nella scena politica nazionale. Un risultato ancora più importante quello raccolto nel capoluogo e nel resto della provincia crotonese se solo si considerano le impari forze dello schieramento a sostegno del segretario nazionale del P.D. rispetto a quello del sindaco del capoluogo toscano. La quasi totalità, infatti, delle rappresentanze elettive, delle organizzazioni sindacali, delle articolazioni istituzionali e delle strutture del P.D. sono scese in campo a sostegno della candidatura del segretario nazionale ma – pur conseguendo un importante risultato – gli esiti sono ben lontani dai numeri (84%) ottenuti da Bersani, anche nel resto della Calabria, nell’ultima assise congressuale. L’opinione pubblica, anche non orientata, ha voluto esprimere un credito politico verso un ventaglio di proposte di governo, unite dal comune impegno progressista, che dispongono, alcune tra loro, di un forte appeal riformista. L’allargamento del consenso che la proposta politica di Renzi assicura alla coalizione di centro sinistra è stata misurata nelle primarie. La candidatura di Matteo Renzi, infatti, accresce l’area di influenza politica ed elettorale del centro sinistra, estendendola ben oltre i confini tradizionalmente riconducibili alle forze progressiste. Non possiamo, infatti, trascurare che tanto nelle elezioni politiche del 1996 che in quelle del 2006, il centro sinistra, con Romano Prodi, conseguì la maggioranza in Parlamento senza essere maggioranza nel Paese, solo grazie alla divisione nel centro destra tra Forza Italia e la Lega Nord nel 1996 e per effetto del sistema elettoraleche presto si incaricò di disarticolarlo, nel successivo 2006. Il messaggio di Renzi è stato raccolto anche da un significativo bacino elettorale deluso e disorientato dall’azione di governo Berlusconi e che ha manifestato interesse verso il centro sinistra, partecipando alla consultazione di domenica 25 scorsa ed è pronto ad aderire e sostenere una nuova proposta di governo autenticamente riformista. Ciò è essenziale per la vittoria del centro sinistra alle prossime elezioni politiche, poiché il centro sinistra sin dal 1994 non è mai stato maggioranza nel Paese e solo l’apertura verso aree elettorali prossime alla coalizione di centro sinistra può risultare decisivo per il successo.
D’altronde i sondaggi – sino all’avvio delle primarie – da tempo attribuiscono al P.D., guidato da Bersani, un consenso che è rimasto inchiodato dal 2009 intorno al 24/25 %, non riuscendo ad attrarre gli elettori delusi del Popolo della Libertà, che nelle scorse elezioni del 2008 raccolse il 38%, ed oggi, nelle intenzioni di voto, raggiunge appena il 15%. Dell’enorme quota di elettorato in libera uscita, pari al 23%, il P.D. non è risuscito a beneficiarne. La candidatura di Matteo Renzi, viceversa, è individuata da tutti i sondaggi, nessuno escluso, la sola che è in grado di allargare il centro sinistra, sino addirittura a raggiungere il 44%, una percentuale che consentirebbe alla coalizione – che godrebbe del premio di maggioranza – di non dover accedere ad apparentamenti con altre forze, disponendo dei numeri sufficienti in Parlamento per assicurare al governo la stabilità necessaria per governare il Paese. Non è casuale, infatti, che Berlusconi non abbia sin qui annunciato il ritorno in campo e la sua candidatura alla premiership. Le primarie del centro sinistra e soprattutto la possibile vittoria di Renzi costituiscono una seria ipoteca per la riproposizione di Berlusconi. Non v’è chi non veda come l’affermazione di un giovane candidato a premier del centro sinistra costituisca la maggiore remora di Berlusconi all’annuncio della sua ennesima candidatura. Sarebbe una contrapposizione tra una dinamica giovane figura politica e una deludente espressione di governo, ormai consunta. Un confronto, a ben vedere, irto di difficoltà e votato all’insuccesso per il centro destra. Di talché la candidatura di Matteo Renzi si rivela il solo strumento per archiviare definitivamente Berlusconi e la sua disastrosa esperienza politica. L’endorsement di Berlusconi in favore di Renzi, all’indomani del primo turno delle primarie costituisce, infatti, la riprova del tentativo di indebolire la sua candidatura, che evidentemente teme, provando ad ingenerare tra gli elettori del centro sinistra l’impressione di una inesistente prossimità politica. All’esito del primo turno delle primarie avvertiamo il bisogno di ringraziare quanti, numerosi, hanno inteso partecipare alla consultazione del centro sinistra rendendo un grande contributo alla vita democratica del Paese e riponendo le loro speranze verso la coalizione. Allo stesso modo rivolgiamo un forte appello a tutte le forze sane ed operose, alle energie produttive, alle vive intelligenze calabresi, alle donne ed ai giovani che con la loro mobilitazione hanno qualificato e reso praticabile con Matteo Renzi una prospettiva riformista. A tutti costoro rivolgiamo un caloroso invito a proseguire nell’impegno dimostrato, partecipando, ancora più numerosi, al turno di ballottaggio di domenica 2 dicembre prossimo dove, insieme, potremo costruire un nuovo e più ampio orizzonte delle forze riformatrici italiane, imprimendo una autentica svolta per il cambiamento del Paese”.