“Pochi giorni, poche ore e queste primarie decreteranno il vincitore che guiderà il centrosinistra alle prossime politiche di primavera. Al di la di tutto la competizione è stata un bagno di folla, di democrazia (speriamo sia così pure domenica) per l’Italia e per il centro sinistra, un centrosinistra che in tempi certamente non rosei per la politica e la rappresentanza ha dato voce e importanza al suo popolo – afferma in una nota Oreste Sabatino, Vicesegretario Gd Crotone. Ora siamo al rush finale che vede Bersani e Renzi contendersi la guida del centrosinistra, avrei voluto però che in queste primarie le polemiche fossero state messe da parte per dare spazio ai contenuti, ma purtroppo non è stato così, prima la rottamazione e poi le regole hanno tolto lo spazio a quest’ultimi. Nel primo dibattito tv c’era tutti e 5 i candidati e ognuno di loro ha detto cosa proponeva per il Paese, nel secondo dibattito dove i candidati erano quelli del ballottaggio e cioè 2 Bersani e Renzi, ha visto il primo proporre l’Italia e l’Europa di domani, il secondo volgere lo sguardo al passato criticando il centrosinistra, Renzi non sa o meglio fa finta di non sapere che Bersani prima come amministratore e poi come ministro è stato tra i migliori in quel passato, pensi solo che l’attuale governatore della Banca Tedesca da consigliere economico del primo governo Merkel venne a Roma per analizzare e conoscere da vicino le liberalizzazioni di Bersani, liberalizzazioni che hanno portato ai consumatori vantaggi e risparmi pari a 1000 euro l’anno tanto per dirne una. Sta parlando del centrosinistra che ha lasciato i conti in ordine con un debito pari al 104% sul Pil e uno spread a 37 punti base, sta parlando del centrosinistra europeista che ha portato l’Italia nell’Euro. Se vogliamo fare politica parliamo di contenuti non ripetiamo slogan o studi fatti, parliamo dei programmi che sono la carta d’identità di ogni candidato. Analizzando il programma di Renzi pare che piuttosto che andare verso il futuro si vada verso il passato, Renzi non si è reso conto che i suoi “miti” Clinton e Blair hanno fallito, la Terza via di Giddens ha fallito, è fuori moda direbbe qualcuno, gli stessi autori in scritti e libri hanno affermato il fallimento di questo sistema, sistema che si basava su più mercato e più solidarietà, il liberismo di sinistra solidaristico non ha funzionato, ha fallito proprio come il liberismo.
Veniamo alle proposte, sull’università Renzi propone prestiti d’onore e aumento delle tasse, cioè ripropone uno schema che porterebbe l’Italia alla stessa condizione del ’67, dice che ci vuole più meritocrazia va benissimo, ma la meritocrazia senza l’uguaglianza è una parola vuota, sul mercato del lavoro, propone la Flexsecurity il cosiddetto modello scandinavo che in Italia non si può applicare per tre semplici motivi: primo perché l’Italia non ha la platea dei lavoratori che ha la Danimarca, secondo non ha le strutture e terzo non ha le risorse per applicare questo tipo di riforma, sull’Europa non propone una rinegoziazione del fiscal compact, dice che va bene così com’è, evidentemente non sa nemmeno di cosa sta parlando, non propone la regolarizzazione delle agenzie di rating con magari l’istituzione di un’agenzia di rating europea in modo da non esser dipendenti dai falchi del rating americano, o l’istituzione della TTF. Ecco perché Renzi non parla di contenuti perché al di fuori di quei quattro slogan è un guscio vuoto, qualche copia incolla delle proposte Ichino, qualche analisi ed elaborazione di vari istituti e fondazioni questo è il suo programma. Nel dibattito televisivo ha tanto criticato gli errori del centrosinistra, ci sono stati per carità, ma mettere sotto accusa Bersani che è stato uno dei migliori ministri della Seconda Repubblica mi sembra di aver esagerato, ho capito che per rosicare qualche voto di qualche indeciso questo tipo di critica possa andar bene ma usare la stessa tecnica di Alfano o di Capezzone mi sembra troppo. Cita sempre Firenze e lo ripropone come modello ma a parte le donne in giunta, il numero degli assessori, e le tasse abbassate non ci dice più nulla. Perché non ci dice cosa ne è del progetto della Tramvia o dell’aeroporto, lui che cita la Corte dei Conti sui finanziamenti ai partiti perché non dice che la Corte dei Conti a Firenze l’ha bloccato quando stava cercando di aumentare lo stipendio a 8 dirigenti, o dei suoi collaboratori che gestiscono la rete dei comitati “Adesso” Maria Elena Boschi consigliera Cds Publiacqua 22 mila euro all’anno coordinatrice dei comitati o Marco Carrai AD FirenzeParcheggi 62 mila euro l’anno presidente dei comitati, ma lui non è quello dei: “fuori la politica dalle partecipate”? Ci parlasse un po’ della privatizzazione dell’Ataf che ha licenziato 300 lavoratori e a quanto dicono i fiorentini le corse sono pure diminuite, e l’elenco potrebbe continuare. A Renzi consiglierei invece di guardare il passato degli altri di guardare il suo presente e lo inviterei a fare bene il compito per cui è stato scelto ovvero il sindaco, Firenze è una città meravigliosa che va valorizzata e tutelata e non usata per ambizioni personali.”