“Condividiamo le critiche, prive di strumentalizzazioni artefatte e fini a se stesse, rivolte all’Amministrazione comunale da alcune associazioni cittadine (“Sette soli”, “Gettini di Vitalba”, “Democrazia Orizzontale”, “Per Kroton”), le quali, a ragion veduta, hanno contestato pubblicamente la decisione di trasferire la biblioteca comunale dal castello nella zona Tufolo – afferma in una nota il coordinatore dei Riformisti Italiani di Crotone, Michele Calvo. Tale decisione, che non trova alcuna ragionevole giustificazione, sconfessa nei fatti l’idea e l’intenzione, peraltro manifestate più volte ed in più occasioni dai nostri amministratori, di rivitalizzare e far integrare nel tessuto urbano il centro storico che, ormai da decenni, è un corpo estraneo ed avulso dal contesto della città. La presenza della biblioteca comunale nel castello è necessaria in quanto è la conditio sine qua non per fare del centro storico un centro di vita culturale. Purtroppo, non è la prima volta che le istituzioni cittadine assumono decisioni e comportamenti, specie nel campo della cultura, alquanto discutibili, come il mancato rinnovo della convenzione con l’Unical che ha portato alla chiusura definitiva dei corsi di laurea in ingegneria gestionale ed in scienze sociali ed alla conseguente dismissione del polo didattico decentrato, precludendo così al capoluogo pitagorico la concreta possibilità di divenire una città universitaria, ipotesi che era suffragata dalla volontà di attivare nuovi corsi di laurea, in aggiunta a quelli già esistenti, come avevano più volte manifestato e dichiarato gli stessi rappresentanti dell’Unical negli incontri con i nostri amministratori. In verità, già negli anni ’80, si faceva avanti l’idea di portare l’università a Crotone, con la conseguente realizzazione del Cud (centro universitario a distanza) ad opera dell’allora sindaco socialista Visconte Frontera, la cui lungimiranza ed il cui acume erano comuni a pochissimi politici ed amministratori locali e dell’intera regione.
Grazie a questa felice intuizione di Visconte Frontera, tanti studenti crotonesi e del comprensorio poterono conseguire il diploma di laurea in informatica che permise agli stessi di trovare occupazione nelle aziende operanti nel territorio. Ma, anche il Cud ebbe vita breve poiché fu dismesso, negli anni ’90, dall’Amministrazione comunale, quando ormai Visconte Frontera non aveva più alcuna responsabilità diretta nella guida della città. Crotone sarebbe potuta diventare un grosso centro universitario, avendo come bacino d’utenza non solo l’intero territorio provinciale ma, anche, alcuni comuni ricadenti nell’ambito territoriale della provincia madre, specie quelli della fascia costiera ionica e del suo entroterra (Botricello, Cropani, Sellia, Marcedusa, Petronà, Belcastro, Andali, Cerva, Sersale), e della provincia bruzia (Cariati, San Giovanni in Fiore), soprattutto se l’offerta formativa avesse compreso corsi di laurea non attivi nell’ateneo catanzarese. Ciononostante, si potrebbe tuttora puntare alla realizzazione dell’università nel capoluogo pitagorico, ma a condizione che ci sia una seria programmazione e, soprattutto, la volontà di investire considerevoli risorse, economiche e professionali, nel progetto, coinvolgendo di nuovo in partenariato l’Unical, che è l’università che dispone di una più vasta offerta formativa rispetto agli altri atenei calabresi, nell’attivazione di corsi di laurea più attinenti alle vocazioni del territorio (nel settore dell’archeologia, del restauro e della conservazione dei beni culturali, del risanamento e della tutela dell’ambiente, della gestione e marketing del turismo, della cooperazione sociale, della mediazione culturale) in aggiunta a quelli tradizionali. Pertanto, chiediamo a tutte le istituzioni cittadine preposte, di qualunque orientamento e colore politico siano, di creare tutte le condizioni necessarie affinché gli studenti crotonesi e dell’intero comprensorio possano intraprendere gli studi universitari nella propria terra, anche a fronte dei maggiori costi che si devono affrontare e sostenere quando si studia in atenei fuori dalla nostra regione. Speriamo e vogliamo che la prospettiva della realizzazione dell’università a Crotone non naufraghi definitivamente sull’insensibilità dei nostri amministratori locali!”