Ernesto Magorno interviene sul momento che sta vivendo il Partito Democratico in Calabria e nel Paese “Il Pd deve darsi una scossa – dice Magorno – per rimanere per sempre in quella palude dove sembra essersi impantanato. Il partito deve ritrovare lo spirito delle origini, lo spirito del Lingotto e arricchirlo di nuovi contenuti e di nuovi stimoli. Comprendo che ciò che è avvenuto dalle elezioni in poi è stato decisamente traumatico per tutti, soprattutto per la base del partito nella quale prevalgono i sentimenti di delusione e di smarrimento. Adesso però occorre ripartire, non c’è più tempo da perdere, e chi sarà chiamato a guidare il partito a livello regionale e nazionale, in questa fase avrà una grande responsabilità, quella di saper fare emergere quelle energie che serviranno per riprendere il cammino con entusiasmo. Voglio subito lanciare un avvertimento sul Pd calabrese, ed in questo sono concordi con me tutti coloro che fanno parte dell’area “renziana”: non accetteremo nessuna restaurazione e nessun ritorno a quei “giochi di potere”, che di fatto in Calabria hanno creato il distacco tra la gente e il partito e sono alla base delle mortificanti sconfitte elettorali degli ultimi tempi.
Io e i miei compagni di viaggio dei comitati pro Renzi siamo pronti a puntare su di un nome assolutamente nuovo, un candidato di “rottura” che superi, una volta per tutti, la vecchia nomenclatura e che dia vita ad una stagione nuova in Calabria. Non vogliamo più segretari o commissari “liquidatori”, ma una persona che prenda in mano il partito proponendo un progetto chiaro ed innovativo, non limitandosi alla sola gestione dell’esistente e delle postazioni di potere. Detto questo, non sono però i nomi che ci appassionano, ma i contenuti di cui si farà interprete chi si candida alla segreteria. Non vogliamo prendere parte ad alcun “toto-nomi “ e non vogliamo aderire ad alcuna cordata per questo o quel candidato di bandiera. Ci interessa solo sapere cosa vuole fare il nuovo segretario per la Calabria e noi saremo pronti a contribuire partendo dall’idea di un Pd nuovo per come l’ha sviluppata Matteo Renzi. Una proposta alla quale i fatti stanno dando pienamente ragione. Sullo sfondo ci sono le grandi emergenze della nostra regione, a cominciare dalla drammatica situazione occupazionale. Questioni nelle quali centrodestra ha palesato il suo fallimento e tutta la sua incapacità di governare. Esemplare in questo senso la catastrofica gestione dell’emergenza rifiuti. Il Pd deve candidarsi a governare la nostra regione per salvarla dal baratro, ma non può farlo un Pd senza idee e senza entusiasmo e soprattutto non può farlo un partito che non rinnova profondamente se stesso”.