Intraprendere un nuovo percorso, questo l’obiettivo della Cicas, questo lo scopo del convegno “Quale forma di sviluppo” che si è svolto nel pomeriggio di oggi nella Sala S.Agostino della Parrocchia S.Rita. Dopo i saluti iniziali affidati al presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti Luigi Domenico Arcuri e al responsabile provinciale della Cicas, la parola è passata ai relatori. Cinque gli interventi, cinque aspetti dello stesso problema, cinque modi di delineare una strada possibile per avviare un progetto di sviluppo possibile. Ambiente, territorio, aspetti socio-economici, nuovi strumenti finanziari, risorse economiche per le imprese e modelli di sviluppo per le aree urbane, i cinque relatori hanno, ognuno per la propria esperienza professionale, delineato una strada possibile per lo sviluppo del territorio. Invertire la rotta, su questo punta la Cicas, puntare sulla conoscenza, sulla formazione: imprenditori non ci si inventa, alle spalle ci deve essere un lavoro serio, supportato, ove occorra da professionisti. E’ necessario creare una cultura imprenditoriale, conoscenza innanzitutto: conoscenza del territorio, delle sue problematiche, conoscenza del mercato, conoscenza del management e del marketing: l’obiettivo non deve essere quello di ottenere risorse finanziarie, lo scopo deve essere quello di entrare nel mercato e di restarci. I relatori durante il convegno, moderato dalla giornalista Maria Bonaiuto, hanno quindi cercato di sviscerare, attraverso un’analisi a 360°, quelle che potrebbero essere le opportunità di sviluppo. Vincenzo Voce, da tempo impegnato sui tempi ambientali, ha richiamato l’attenzione dei presenti sui temi legati alla bonifica dei siti ex Pertusola. Voce ha sottolineato, che se è vero che lo sviluppo del territorio deve avvenire in chiave turistica ed enogastronomica, il progetto di bonifica, per come è stato strutturato, sarà un ostacolo insormontabile. “Il progetto di bonifica va ridefinito, l’unica bonifica possibile e proponibile per il territorio è quella integrale, la restituzione delle aree inquinate alla città ed ai cittadini, non una semplice messa in sicurezza”. Luigi Bitonti, ha invece incentrato il suo intervento sull’analisi dell’evoluzione socio-economica del territorio, alla dominazione spagnola per finire agli insediamenti industriale. La popolazione del territorio è stata indubbiamente influenza dallo sviluppo industriale e successivamente dalla dismissione delle industrie chimiche.
Nuovi modelli di sviluppo sono attuabili a condizione che si passi attraverso una nuova crescita culturale e morale. Know how e social innovation, questi i temi principali dell’intervento di Clara Nino. Delineate le opportunità offerte dal contesto calabrese (territorio ed agglomerati urbani) e dal fattore innovazione. Ad un’attenta analisi delle opportunità di crescita e sviluppo imprenditoriale è seguita una provocazione: alla base del fallimento di molte attività imprenditoriali hanno forse contribuiti anali sommarie e investimenti in formazioni poco attinenti alle concrete ipotesi di crescita imprenditoriale. Giuseppe Panarello ha ripreso l’analisi di Clara Nino, puntando l’attenzione sull’innovazione, non solo progetti da finanziare e canali di accesso al credito, ma soprattutto idee nuove. Strumenti necessari le risorse economiche, requisito imprescindibile l’innovazione: puntare sulle idee nuove, sulla professionalità. A disposizione dei giovani e non solo un servizio di supporto all’analisi di fattibilità del progetto imprenditoriale un portale tematico in grado di offrire assistenza e strumenti economici per svilupare il progetto imprenditoriale. Vincenzo Facente ha delineato il ruolo che le aree urbane sono chiamate a svolgere nelle politiche di crescita e sviluppo messe in campo dal governo nazionale e dell’unione Europea. Analizzati i programmi di intervento sulle smart cities e la social innovation, le opportunità connesse all’ammodernamento delle funzioni urbane in materia di mobilità sostenibile, di risparmio ed efficientamento energetico, di sicurezza sociale e rigenerazione urbana, di sviluppo dell’economia della conoscenza. Introdotto nella discussione il concetto di bene comune, appartenenza e responsabilità. Dopo gli interventi il dibattito aperto al pubblico, diversi gli interventi, esponenti del mondo politico, dell’associazionismo e semplici cittadini, che hanno raccolto il messaggio e l’obiettivo del convegno: stimolare una discussione, fornire input e spunti di riflessione finalizzati alla promozione di azioni concrete. I presenti si sono dimostrati particolarmente sensibili alle problematiche ambientali e soprattutto agli interventi legati alla bonifica. Tra gli altri ha partecipato al dibattito anche l’ex presidente della Provincia Sergio Iritale, che sostenuto l’idea emersa durante il convegno in tema di sviluppo imprenditoriale: “l’idea è il vincolo non il finanziamento”. L’ex presidente dell’Ente intermedio non ha esitato a ribadire, anche in questo contesto, le responsabilità in tema di bonifica, Iritale ha semplicemente riaffermato il principio base: “ Chi sporca non può pulire”. L’auspicio degli organizzatori, dei relatori e delle persone che hanno attivamente partecipato al convegno, che la discussione di oggi possa costituire il punto di partenza per una presa di conoscenza e conoscenza del territorio, delle sue criticità e delle sue risorse, da tradurre in azioni concrete supportate dall’interesse collettivo per il bene comune.