“Le attività che sta svolgendo A2A per il Lago Ampollino non sono lavori di manutenzione ordinaria ma si configurano come un cambio sostanziale dello stato dei luoghi che nessuno ha autorizzato. Le norme che disciplinano il Parco nazionale della Sila, e quelle a tutela del paesaggio, impediscono che si possa ridurre di 16 metri il livello di un bacino idroelettrico senza che questa vengano preventivamente autorizzate” – è quanto afferma Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità Legambiente. “Chiediamo all’Ente parco un sollecito intervento per fermare lo scempio che la multinazionale dell’energia elettrica sta mettendo in atto e chiediamo di ripristinare la legalità in un’area protetta che continua ad essere oggetto di utilizzo predatorio, da parte di piccoli e grandi devastatori, senza che l’istituzione preposta alla tutela della biodiversità, del paesaggio e del patrimonio MAB Unesco, sia capace di imporre il rispetto della legge e di norme nazionali e comunitarie”. È questa la richiesta che Legambiente avanza ai vertici dell’Ente parco e al Ministero dell’ambiente dopo che una delegazione dei circoli del cigno verde di San Giovanni in Fiore e di Petilia Policastro, oltre che di un gruppo di appassionati di pesca sportiva, si sono dati appuntamento sulla diga del lago Ampollino per prendere visione di quanto sta accadendo al lago alla luce della decisione di A2A di procedere allo svuotamento del bacino.