“Inserire Cirò tra i Comuni Montani o Parzialmente montani al pari di Melissa e Strongoli: Imu sui terreni agricoli e nuovi criteri stabiliti dal D. L. 4/2015- è quanto scrive in yna nota il Sindaco Caruso. Il provvedimento del Governo non risolve la questione, ma sposta il problema, scrive in una nota il primo cittadino .La decisione del Governo di ripristinare l’esenzione totale dell’Imu sui terreni agricoli montani e parzialmente montani secondo i criteri Istat tra l’altro vecchie e abrogati dalla L. 142/90 – ha dichiarato il Sindaco di Ciro’ Mario Caruso – non ha risolto in alcun modo la questione, ma ha solo spostato il problema su altri Comuni. Facendo un’analisi dei nuovi criteri contenuti nel decreto legge 4/2015, entrato in vigore da pochi giorni, esprimo forti perplessità –anche a nome di quegli amministratori che si troveranno costretti a dover chiedere ai propri concittadini, entro il termine del 10 febbraio 2015, ulteriori tributi.
Il Governo ci dia adeguati chiarimenti come mai Cirò con altitudine dal centro pari a 351 metri dal livello del mare e colline superiore ai 500 metri, non sia stato inserito tra i comuni montani e/o parzialmente montani come per altri comuni limitrofi ponendo rimedio a questa diseguaglianza, per evitare un ulteriore e ingiusto aggravio economico a carico dei cittadini ai quali, troppo spesso, e per ragioni indipendenti dalla nostra volontà, non riusciamo a garantire neanche i servizi essenziali”. Il Comune di Cirò rappresenta per la Calabria e per il mondo intero l’eccellenza nella produzione vitivinicola del Cirò doc. Aggravare i viticoltori di un’ulteriore tassazione in un contesto di crisi globale della filiera vitivinicola significherebbe chiedere loro di abbandonare la produzione con seri problemi per il sostentamento già precario delle rispettive famiglie. E’ paradossale che a Cirò pagano tutti e a “Valdobbiadene” sono esenti coltivatori diretti e imprenditori agricoli. C’è tanta amarezza per questa situazione: “Sarebbe meglio conclude- abolire il meccanismo dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni, sarebbe più equo per i cittadini e più facile per noi poter contare solo sui tributi locali per il bilancio dei comuni, e sparirebbe l’imbarazzo di essere gli esattori per conto dello Stato”.