I Carabinieri hanno eseguito, dalle prime luci del giorno, in Asti e nelle province di Torino, Vercelli e Crotone una vasta operazione contro la ‘ndrangheta con la notifica di provvedimenti di custodia cautelare in carcere, emessi dalla Dott.ssa Elena Rocci, GIP presso il Tribunale di Torino, su richiesta del Dott. Stefano Castellani e Dott. Sandro Ausiello della Procura presso la Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo piemontese. Nel medesimo contesto, sono state eseguite anche 22 perquisizioni nei confronti di altrettante persone coinvolte nella maxi inchiesta. Le indagini hanno evidenziato che alcuni destinatari delle misure restrittive, operanti nell’astigiano e dell’hinterland torinese, sono ritenuti i responsabili -a vario titolo- dell’omicidio compiuto nell’astigiano nel settembre del 2011 ai danni di Nicola Moro, che si ritiene commesso con l’aggravante di aver agevolato l‘attività delinquenziali della cosca di ‘ndrangheta denominata “locale di Cirò” (KR), e di altri reati quali: coltivazione, produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti; porto e detenzione illegale di armi da sparo comuni e da guerra.
Gli arrestati sono:
- Agostinelli Massimo nato a Rodi Garganico (FG) il 24.11.1966, pregiudicato;
- Bossio Giuseppe nato a Strongoli (KR) il 05.11.1961, pregiudicato;
- Chiricosta Giuseppe nato ad Ardore (RC) il 12.06.1957, pregiudicato;
- Pochi’ Tomas nato a Pinerolo (TO) il 10.10.1992;
- Russo Maurizio nato a Mesagne (BR) il 15.01.1962, pregiudicato;
LE INDAGINI – Nello specifico, i risultati odierni sono il prodotto di un’attività particolarmente complessa ed articolata, poiché frutto di tre inchieste parallele e convergenti delle Procure Distrettuali di Reggio Calabria, Catanzaro e Torino. Le indagini hanno avuto inizio il 17 settembre 2011, con il ritrovamento del cadavere di Moro Nicola, un piccolo imprenditore commerciale pregiudicato, originario di Brindisi, per reati concernenti il traffico internazionale di stupefacenti. Le verifiche procedevano anche mediante l’analisi del PC della vittima e dei tabulati telefonici dell’uomo e si indirizzavano conseguentemente sulla società Fischerhaus Snc della quale la vittima era socio amministratore. I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di appurare che la ragione principale della costituzione della “Fischerhaus” era legata al traffico di sostanze stupefacenti che in quel periodo Moro Nicola e un suo socio in affari avevano avviato con altri soggetti calabresi, tra i quali Bossio Giuseppe e Chiricosta Giuseppe.
In tale prospettiva, la società avrebbe dovuto essere utilizzata come copertura per noleggiare una nave da utilizzare per l’importazione di un ingente quantitativo di cocaina da destinare alla cosca di ’ndrangheta denominata “Locale di Cirò”, della provincia di Crotone. Dalle indagini svolte – intercettazioni telefoniche, pedinamenti, analisi dei tabulati dei cellulari – è emerso che il Bossio Giuseppe, il Chiricosta Giuseppe, la vittima ed il suo socio in affari in cambio di somma di denaro pari a circa 300.000,00 Euro, ricevuta dai committenti calabresi, avrebbero dovuto realizzare e portare a termine il trasporto, via mare, di una ingente quantità di sostanza stupefacente del tipo “cocaina” o “pasta di coca”, da prelevare in Colombia o in altro Stato sud americano.