Zahra e Dounia Semta, da martedì 14 luglio, ore 17,20, sono cittadini Italiani. In Italia dal 1993, madre e figlia, nate in Marocco nel 1965 e nel 1988, hanno ottenuto, dopo avere perseguito tutto l’iter amministrativo, il decreto del presidente della Repubblica, controfirmato dal Ministro degli Interni con il quale ufficialmente le due donne hanno potuto essere inserite all’anagrafe del Comune di Cirò Marina come residenti con cittadinanza Italiana. Un lungo applauso e un caloroso “benvenute fra noi” lo hanno ricevuto in modo ufficiale nel pomeriggio di martedì davanti al consigliere delegato, Giovanbattista Pucci che ha loro letto il decreto controfirmandolo unitamente alle stesse neo cittadine Italiane. Intenso e partecipato il momento del giuramento di accettare la nostra costituzione, che è stata donata loro in omaggio, e di rispettarne i contenuti.
In Italia da 1993, nate a Khoringa, in Marocco, sin da subito la famiglia si è integrata nella città, riuscendo a trovare lavoro, presso l’azienda Pucci e poi come commercianti crescendo i figli e facendoli studiare. Oggi, Dounia ha un diploma di informatica e turistico aziendale, mentre gli altri, una studia all’università a Milano in Ingegneria elettronica, gli altri studiano al linguistico di Crotone mentre il più piccolo frequenta la terza media. Nelle loro parole e nei loro gesti, l’apprezzamento per come sono stati accolti e per come si sono integrati nella nostra comunità, ma anche la soddisfazione e la gioia per essere riusciti ad ottenere la cittadinanza Italiana. Visibilmente commosso l’assessore Giovanbattista Pucci, che fascia tricolore al petto ha affermato soddisfatto che “Cirò Marina apre le porte e accoglie tutti con rispetto e calore umano, indipendentemente da razza e religione”, soprattutto chi, come la famiglia Semta, mostra di rispettare e amare la nostra terra”. L’omaggio floreale alle due nuove cittadine, gli applausi e un brindisi finale, per sugellare, in un momento in cui, la convivenza fra i popoli è minata da forti tensioni immigratorie e separatiste, l’universalità dell’accoglienza.