Porsi domande credo sia necessario. C’è un piano preciso? Hanno stabilito già chi deve vivere e chi morire nella regione Calabria? Ci si rende conto che con la soppressione delle centrali del 118 di Crotone e di Vibo Valentia, stillicidio congiunto alla soppressione dell’elisoccorso della sede di Cirò Marina, decise dalla scure del commissario Scura e di chi, con lui -previe rappresentanze politiche che si sono succedute alla Regione Calabria, oltre all’attuale continua inettitudine -, si determina la cancellazione di servizi vitali, in ampie zona del territorio, rendendo fragilità alla fragilità territoriale?
Come è possibile che chi non è deputato dal Popolo a dettare leggi, assuma il ruolo determinante, e di gestione, in uno Stato democratico in cui è il Popolo sovrano? Come è possibile che chi è deputato a rappresentare, perché eletto, abiuri all’inefficienza e lasci che un non deputato operi nel territorio, lasciandolo privo di elementi e servizi vitali per la sua gente? Come può gente deputata a rappresentanza amministrativa non fare nulla in concreto? Le cerimonie, i comunicati lasciano il tempo che trovano, bisogna essere veramente capaci del proprio agire. Bisogna veramente amare la propria terra e renderla ricca piuttosto che impoverirne ampie zone, a danno non solo della gente che ci vive, ma a nocumento di qualsiasi impegno di sviluppo si voglia intraprendere.
Tutto era stato previsto, ma la gente, il Popolo di Calabria è stato o no previsto?
Di fronte a carenze così vitali, in zone che nelle infrastrutture territoriali sono già di per se fragili, come mai il presidente Oliverio non impugna queste scellerate decisioni? Non è legittimo impugnare un decreto? Non è legittimo opporsi a una stortura? Non è legittimo tutelare i propri concittadini per il servizio sanitario che già in Calabria lascia a desiderare? Perché i tagli si fanno a danno dei cittadini? Perché chi è deputato dai cittadini lascia che tutto scivoli, e non smuove nel verso positivo il giusto servizio dovuto? Quali chimere si seguono?
Siamo al lumicino dell’etica, di ogni salvaguardia di bene comune, alla lenta morte che qualcuno vorrebbe determinare, nell’indifferenza dei deputati e senatori di Calabria, nemmeno un briciolo di dignità che sussulti nelle loro coscienze. Sembra che si parli d’altro, non del loro territorio, nella sua interezza offeso, territorio cui sono deputati. Nemmeno un sussulto che li faccia urlare e opporsi, non con facciate di esposizione, ma con determinazione, per ottenere un risultato positivo, questa sì, sarebbe concretezza politica. Ma forse è chiedere troppo a gente che si serve della politica: riesce ad essere così distante dalla realtà al punto tale da permettere che si giunga a ingiustizie di questo genere e per servizi così vitali.
E, con Giuseppe Mazzini: “La patria è la casa dell’uomo, non dello schiavo”. Riprendano le intelligenze di Calabria a lottare, a manifestare dignità per il proprio territorio.
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