Si sono svolti come da programma i festeggiamenti patronali in onore di San Francesco da Paola, protettore di Torretta, che per tradizione ricadono da sempre il 27 e 28 aprile, con l’ormai ultratrentennale appendice iniziale dedicata la sera del 26 al Cantabimbo, la gara canora per piccoli voci, affidata quest’anno alla direzione organizzativa ed artistica di Brunella Albanese.
E così, dopo la divertente kermesse musicale che ha richiamato tanto pubblico (soprattutto familiari e parenti dei protagonisti) in una piazza Matteotti illuminata a colori come non mai, giovedì 27 gia dalle prime luci dell’alba il Lungomare Kennedy ha cominciato a riempirsi di centinaia di venditori ambulanti, bancarelle, rosticcerie su quattro ruote, che da sempre rendono la “fiera di San Francesco” un evento di grande richiamo sia per la comunità locale, sia per gli abitanti dei paesi limitrofi, del cosentino come del crotonese, che la visitano da un capo all’altro durante tutta la giornata di esposizioni. Per l’occasione il Comune aveva anche predisposto la riapertura provvisoria del tratto di lungomare interessato dai lavori di riqualificazione.
Nel pomeriggio, nella centralissima piazza torrettana, eccezionalmente in questa giornata per “motivi tecnici”, si è tenuto l’”incanto”, l’asta dei prodotti enogastronomici e degli oggetti offerti da aziende, commercianti e privati cittadini, proseguito poi anche il giorno dopo per la gran quantità di merce raccolta.
La serata musicale è stata quindi un vero e proprio tuffo nel passato con la bellissima performance di Sasha Torrisi (già componente dei Timoria) interamente dedicata al repertorio più bello di Lucio Battisti: due ore intense di musica che ha trascinato il pubblico (di ogni età) in un grande coro sulle note di canzoni intramontabile magistralmente interpretate a proprio modo (non certo come cover) da Sasha e la sua band.
Poi i momenti religiosi più intensamente vissuti dai fedeli, quelli che alle 9,00 di venerdì 28 si sono aperti con la Santa Messa celebrata dal Parroco Don Franco Lonetti nella Chiesa di San Francesco, con i botti pirotecnici che annunciavano fin dall’alba i festeggiamenti per il Santo Patrono la cui effige sacra viene portata in processione per le strade principali del paese fino a raggiungere il lungomare sud.
Qui, con in testa tutte le massime istituzioni cittadine religiose, civili e militari, e tra fanfare della banda musicale e canti religiosi, si è ripetuto il tanto atteso rito del trasbordo della statua di San Francesco su una imbarcazione appositamente allestita e poi la traversata in mare nel tratto antistante la costa crucolese. Fino allo “sbarco” sul lato opposto del lungomare, salutato dai fuochi artificiali e dai lunghi applausi dei tantissimi fedeli rimasti ad assistere commossi questi momenti.
Poi il corteo si è ricomposto per accompagnare la statua sacra nella sua chiesa affacciata sulla statale 106, salutata un ultima volta dai devoti al seguito.
Il pomeriggio, nonostante minacce di pioggia, tutto il paese si è mostrato a festa, tra giostre ad altissimo volume, paninoteche ambulanti e bancarelle aperte fino a tardi, mentre in piazza una squadra di tecnici giunti all’alba si dava da fare a gran ritmo per allestire sul grande palco la mastodontica struttura audio e di luci che sarebbe poi servita per il concerto finale di Sergio Sylvestre, giunto già dal tardo pomeriggio per le prove di microfoni e strumenti.
Ma il vero boato di fan e pubblico si è alzato poco prima delle 22 quando il “ragazzone” di colore, nato a Los Angeles 27 anni fa, e salito sul palco con la sua poderosa stazza ed il volto sorridente quanto timido per dare sfogo ad una voce straordinaria giunta al grande pubblico grazie alla partecipazione con successiva vittoria al talent scout “Amici di Maria De Filippi” nel 2016. (foto per gentile Concessione di Elena Lamotta)
Terminato il concerto, un altro spettacolo, stavolta di fuochi pirotecnici dalle tante varianti, è andato in scena sotto gli occhi di centinaia di persone assiepate tutte sul lungomare: esattamente 25 minuti di esplosioni multicolori che hanno fatto da meritato epilogo ad una festa popolare capace ancora di richiamare per due giorni fedeli vicini e lontani.