Impresentabile. Non in senso legalistico, ma in senso sociale e culturale. Con questo epiteto si può sintetizzare la nostra indignazione come calabresi che lottano quotidianamente a favore dei diritti, dell’emancipazione e dell’autodeterminazione nella nostra Regione nei confronti della candidatura alla Camera dell’avvocato Giancarlo Cerrelli, esponente di primo piano dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, che da anni si distingue per le sue posizioni antiscientifiche, antiprogressiste e antistoriche.
“Anti”, difatti, è il suffisso che meglio si accompagna a Cerrelli. Persona che è costantemente “contro”. Contro l’omosessualità, che definisce non solo una situazione “contro natura”, ma anche una malattia depennata dal manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1990) per motivi politici e non scientifici. Arrivando a dirsi contro “la dittatura omosessualista alla base dell’omosessualizzazione della società”, contro le “lobby gay” e contro “l’ideologia e il totalitarismo gender”. Una intolleranza estremista, quella del leader UGCI, che ipotizza l’imposizione di “modelli omosessuali di vita per la costruzione del nuovo dis-ordine sociale e giuridico”, lietandosi per la triste diffusione delle terapie riparative, veri atti di violenza nei confronti di giovani omosessuali. Una posizione indubbiamente priva di fondamento sul piano scientifico e sociologico, foriera di un pregiudizio sociale e sub-culturale che tentiamo con tenacia di sradicare anche in Calabria.
Da giurista e avvocato Cerrelli si dice contro le leggi per il superamento dell’omofobia, negando l’esistenza stessa del termine e del fenomeno, asseritamente definito come emblema del gergo della “neolingua della comunità LGBTQIA”, ignorando dolosamente le prese di posizione e i documenti giuridici sul tema approvati soprattutto in Europa, a partire dalle risoluzioni del Parlamento Europeo e l’appello del nostro Capo dello Stato Sergio Mattarella nella giornata internazionale contro l’omofobia.
Cerrelli è contro la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza e contro le procedure di fecondazione medicalmente assistita e il diritto all’autodeterminazione delle donne perché, a suo dire, le lotte femministe, l’emancipazione della donna e la conseguente messa in discussione del ruolo del pater familias hanno portato alla dissoluzione della famiglia.
La famiglia che ha in mente il visionario Cerrelli è quella che vede la sudditanza della donna alla quale è consentito unicamente fare l’angelo del focolare e usare la Convenzione di Istanbul contro la violenza di genere come asse da stiro.
Non si può, pertanto, non lanciare un segnale di allarme per chi vuole una Calabria che abbia come baluardo i valori democratici ed europei cercando di salvare Crotone dal bieco oscurantismo.
Alessia Bausone – Unione Forense per i Diritti Umani
Marco Marchese – Associazione Radicale Certi Diritti
Riccardo Cristiano – Associazione Liberi.tv
Salvatore Belfiore – Comitato Diversi Uguali