La discussione in corso sul nostro futuro ci fa capire che il Partito Democratico può ancora rappresentare una valida alternativa nello scenario Politico italiano ed europeo. Ovviamente tutti noi avvertiamo la necessità di un netto cambio di passo, nonché di un momento di confronto vero che permetta di lasciarci alle spalle le negatività ed i personalismi che hanno avuto il sopravvento nei nostri ultimi anni di vita politica e amministrativa in Italia, e di conseguenza a cascata sui singoli territori.
Il numeroso Popolo di centrosinistra, di questo ne siamo certo, ha voluto darci una lezione ed a sua volta inviato un forte segnale di delusione votando altri movimenti durante l’ultima competizione elettorale o preferendo non andare proprio a votare.
Negli anni abbiamo perso il voto dei lavoratori, che si sentono smarriti e ci hanno percepiti come un Partito lontano dai loro problemi. E’ da questa considerazione che tutti i militanti del Partito Democratico, a più livelli, debbano partire; gli iscritti non perdono occasione per far notare a tutti i dirigenti, quotidianamente, quanto sia necessario immergersi nelle acque dell’umiltà cercando di analizzare al meglio quali siano state le vere cause che hanno portato la nostra Comunità a registrare numeri così bassi.
E forse sta proprio qui il problema, la mancanza per anni di luoghi di discussione e decisionali spesso non ascoltati. Un Partito non più abituato a discutere, che ha subito il più delle scelte portate avanti fuori dai territori, sprecando la propria energia nel parlarsi addosso anziché intercettare quelle che erano le reali necessità di territori e cittadini.
Ci siamo distratti dai bisogni reali della gente, dobbiamo ammetterlo! E quanto fatto, seppur importante, non ha aiutato le numerose famiglie in difficoltà e sostenuto veramente i giovani che continuano a vivere situazioni di precarietà.
Insomma, chiusa la fase del personalismo non possiamo che puntare al pieno coinvolgimento diretto dei cittadini con i loro preziosi contributi.
Anche qui, nel nostro martoriato crotonese, vi è bisogno di una Politica sana che pensi alla collettività abbandonando la strada del personalismo. Un’azione politica che ritorni a programmare il futuro dei Comuni del crotonese attraverso una strategia comune, ed il Partito Democratico deve necessariamente esserne parte attiva e protagonista.
Al tal proposito, e data la situazione in cui versa l’intero Partito ad ogni livello, lo spirito di servizio verso la comunità del Partito e del territorio crotonese spinge proprio nella direzione di riattivare ogni percorso democratico possibile che, ci auguriamo, diventi utile a riavviare un dialogo con la società crotonese.
Per fare ciò, e per creare un nuovo modello Politico di rappresentanza che miri ad invertire la rotta ripartendo dal basso, con l’ambizione di diventare riferimento anche per gli altri territori della nostra Regione, c’è bisogno che tutto il Partito sia unito. Bisogna fare tutto il necessario affinché non venga dispersa nessuna energia presente all’interno del Partito e che non venga meno alcuna sensibilità. E’ il momento in cui tutti devono dare il loro prezioso contributo per risollevare lo stato del Partito e del territorio. Non abbiamo più tempo se non quello di tornare immediatamente a riascoltare i nostri iscritti, pensando alle azioni da intraprendere per riattivare la macchina organizzativa del Partito, così da tornare in tempi brevi competitivi anche in vista dei numerosi appuntamenti elettorali del 2019. Importanti comuni andranno al voto ed il Partito Democratico deve attrezzarsi per proporre ai cittadini un rinnovato modello politico concreto e attento. Ed inoltre senza tralasciare quello che è senz’altro l’appuntamento più importante, le Regionali, durante le quali saremo chiamati a comunicare ai Calabresi quanto di buono stia facendo il Governatore Oliverio, la sua Giunta e l’intero consiglio regionale.
Il Pd si rigenera se saremo in grado di far tornare la voglia ai propri iscritti di aprirsi e aggregare, e dalla voglia di capire dove sono stati fatti tutti gli errori.
Solo così saremo in grado di capire la società ed essere d’aiuto.
Ripartire dunque, senza perdere altro tempo, con la speranza che prevalga in tutti il buon senso creando presupposti di unità e guardando al futuro che ci aspetta.
C’è fretta, dunque, di concentrare la nostra prossima azione politica nell’analizzare un disegno socio-politico bocciato soprattutto dai giovani, considerando che proprio le nuove generazioni, in generale, non sono affatto attratti da questa tipologia di soggetto politico. Un Partito Democratico in grado di far rinascere la sinistra e lotti per i diritti e per il lavoro, che risollevi le piccole e medie imprese, che torni ad avere appeal su ventenni o trentenni precari e insoddisfatti, sulle famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese e ai pensionati che attendono ancora aumenti e risoluzioni ai provvedimenti gravi che non siamo riusciti a correggere.