A quattrocento lavoratori non sarà rinnovato il contratto dall’Azienda Abramo, di conseguenza ingrosseranno l’enorme bacino dei disoccupati della provincia di Crotone. Una desertificazione occupazionale che sta mettendo in enorme difficoltà un’intera Città. La domanda nasce spontanea: anche in questo caso la decisione dei vertici della “Abramo” è stata presa a causa degli immigrati che sono presenti a Crotone e che stanno invadendo lo spazio occupazionale dei crotonese? Il Ministro degli Interni, Matteo Salvini, bombarda giornalmente l’opinione pubblica per informarla sugli immigrati. Insieme al Vice Ministro Di Maio poche parole sugli emigrati crotonesi che di continuo lasciano la Provincia alla ricerca di un lavoro in altri posti d’Italia. La desertificazione industriale ha ridotto l’intero territorio quale zona del non lavoro ed il problema da molti anni scivola come acqua addosso alle Istituzioni di turno. La vertenza “Abramo” è stata discussa presso la Sala Giunta del Comune di Crotone tra le varie rappresentanza Istituzionali e si è convenuti che:
“Portare la vertenza “Abramo” a Roma, renderla una priorità per l’esecutivo guidato da Conte e per il ministro per lo Sviluppo Economico e vice premier Luigi Di Maio”. Fare squadra è indispensabile per riportare al centro del dibattito e degli interventi nazionali il territorio crotonese, ed è per questo che il primo cittadino Ugo Pugliese ha convocato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali provinciali e regionali ed i vertici della società Abramo.
All’incontro hanno partecipato la consigliera regionale Flora Sculco, l’assessore comunale alle Attività Produttive Sabrina Gentile, il presidente di Confindustria Crotone Michele Lucente.
Per la società “Abramo” erano presenti il vice presidente Antonio Abramo, dal responsabile amministrativo Giovanni Pipita, il site manager Massimo Labonia. Presenti per le organizzazioni sindacali i segretari provinciali di CGIL Raffaele Falbo, per la CISL Francesco Mingrone, per la UIL Fabio Tomaino, e inoltre Raffaele Mamoliti ( Area Vasta CGIL), Enzo Scalese ( CGIL), Daniele Carchidi (SLC- CGIL), Francesco Canino (CISL Fistel), Fabio Guerriero e Giovanni Casiere ( UIL COM).
“Questa città non può permettersi di perdere neanche un posto di lavoro.
Quanto sta avvenendo presso l’Abramo è un segnale preoccupante che non possiamo e non dobbiamo sottovalutare.
E’ necessaria una interlocuzione con il Ministero e con il Governo ” ha detto il sindaco Ugo Pugliese in apertura dell’incontro.
“L’azienda, ha sottolineato il primo cittadino, è una ricorsa economica e professionale irrinunciabile, e che anzi va tutelata e difesa.”
Il sindaco non ha nascosto ai presenti le difficoltà di dialogo con il Governo, difficoltà che si è presentata anche nella gestione di altri temi e problematiche del territorio.
Il Governo ed il ministero guidato da Di Maio sono le uniche sedi in cui il problema può essere discusso, gestito e risolto, ed è per questo che tutti i presenti hanno auspicato il superamento di divisioni anche a livello di rappresentanza parlamentare sul territorio.
La società da parte sua ha evidenziato le difficoltà dovute sia alla crisi del settore sia all’applicazione del decreto dignità. I committenti, purtroppo, preferiscono esternalizzare all’estero, penalizzando così le aziende italiane e in particolar modo quelle del sud. I costi elevati inoltre non consentono di riassumere e neanche stabilizzare il personale.
La comunità d’intenti, tra parti datoriali e sindacali, ha ricordato nel corso del suo intervento Michele Lucente, ha già in passato prodotto risultati importanti per il territorio, ed è per questo che si deve necessariamente fare squadra.
Dello steso avviso anche la consigliera regionale Flora Sculco che ha ribadito la disponibilità in sede regionale per sostenere questa difficile ma importante battaglia che deve vedere tutti uniti per difendere i posti di lavoro e per rilanciare l’attività di un’azienda che negli anni ha dimostrato solidità e serietà.
Il sindaco Pugliese ha intanto coinvolto l’ANCI regionale in considerazione del fatto che la Calabria rappresenta uno dei poli più importanti nel settore dei call center.
Il tavolo che resterà permanente si è determinato nella necessità di un confronto immediato con il Ministero dello Sviluppo Economico e con il Governo, ed è per questo che il sindaco chiederà al Prefetto la convocazione di un tavolo di confronto con tutti gli attori per ottenere in tempi brevi un incontro presso il Ministero competente.