Le elezioni del prossimo 26 maggio, con le quali nascerà la IX Legislatura europea, rappresentano un momento di vitale importanza per il futuro delle imprese e dei cittadini. L’appuntamento elettorale si inserisce infatti in un contesto inedito rispetto al passato dove sfide di portata globale, scenari geo-politici, rischi ed opportunità si tengono all’interno di un equilibrio precario.
Negli ultimi anni, la crisi economico-finanziaria, le forti tensioni sociali, le grandi migrazioni, i focolai di guerra e l’instabilità non hanno risparmiato l’Unione Europea e le sue politiche. Gli obiettivi e la sovranità comune che hanno ispirato la nascita dell’Unione, hanno ceduto il passo a interessi nazionali e unilaterali, mettendo a dura prova il sistema e le regole di funzionamento delle istituzioni comunitarie e facendo crollare la fiducia dei cittadini nei loro confronti.
Alle incertezze del quadro geo-politico, si devono aggiungere una serie di sfide di portata globale. Il cambiamento climatico, la scarsità di risorse naturali come acqua e terra, l’approvvigionamento alimentare, la crisi ambientale. Sono questi gli elementi caratterizzanti lo scenario attuale e destinati a condizionare quello futuro.
In tale contesto, l’agricoltura e le regole comunitarie che ne disciplinano il funzionamento, sono chiamate a giocare un ruolo da protagonista nei prossimi anni. La Pac è una delle politiche che hanno fondato l’Unione Europea e ne hanno accompagnato lo sviluppo e la crescita della coesione. È una politica importante perché garantisce in Europa la sicurezza e la salubrità delle produzioni agroalimentari così come è fondamentale per i territori e per la tenuta del sistema delle imprese agricole. Di pari passo, essa deve essere radicalmente trasformata, come è avvenuto più volte nella sua storia, per rispondere adeguatamente alle sfide attuali e del futuro prossimo e per assicurare quel reddito agli operatori adeguato per remunerare le funzioni sociali, economiche e ambientali cui sono chiamati a svolgere con il loro impegno quotidiano.
Ciò premesso, la CIA-Agricoltori italiani in vista della prossima legislatura europea, chiede alle forze politiche un impegno concreto su alcuni ambiti strategici.
Politica agricola comune:
• Il mantenimento dell’attuale livello di spesa, in termini reali ed a valori costanti, all’interno del prossimo Pano pluriennale finanziario (MFF 2021-2027) e un’accelerazione nel percorso di approvazione della nuova Pac post 2020.
• La salvaguardia dei alcuni elementi positivi contenuti all’interno dell’ultima proposta di riforma, tra cui i temi della semplificazione, della flessibilità e dell’innovazione e, a livello più generale. Il riconoscimento strategico della Pac tra le politiche UE.
• Il superamento dell’attuale componente ambientale che ha determinato una forte complessità burocratica senza apportare benefici significativi al territorio ed all’ambiente.
• Il superamento dei parametri storici ai quali oggi è ancorato il sistema dei pagamenti diretti, verso un nuovo modello che faccia di un’efficiente remunerazione dei beni pubblici ambientali e sociali assicurati dalla presenza degli agricoltori, il suo elemento distintivo.
• La conferma e il miglioramento dei pagamenti accoppiati, anche introducendo ulteriori margini di flessibilità all’interno del sistema.
• L’accrescimento delle politiche di sostegno all’innovazione, al mercato e all’organizzazione di filiera, favorendo l’aggregazione, creando valore e rafforzando il potere contrattuale degli agricoltori lungo la filiera.
• Il miglioramento dell’efficacia delle misure e degli interventi di mercato nonché la loro estensione ad altre filiere che necessitano di innovazione tecnologica e commerciale.
• Il consolidamento e il rafforzamento del politiche di gestione del rischio e di stabilizzazione del reddito, attraverso una maggiore incisività degli strumenti di intervento per i rischi di perdita di prodotto e rendendo effettivamente praticabili quelli di difesa del reddito.
• Il collegamento incisivo tra competitività, sostenibilità e territorio che punti a rafforzare e meglio finalizzare gli interventi relativi a: innovazione, ricambio generazionale, sostegno alla sostenibilità delle imprese, multifunzionalità, agricoltura biologica, filiera di qualità legate al territorio, diversificazione, inclusione sociale, creazione di distretti locali integrati.
• La revisione dell’attuale sistema di gestione delle misure di sviluppo rurale, semplificandone le regole e i criteri di accesso e assegnando priorità alla qualità dei progetti in termini di legame tra idea imprenditoriale ed elementi territoriali.
Funzionamento dell’Unione Europea e altre politiche:
• Il rilancio della visione democratica, federale e solidale dell’Europa del futuro, rafforzando il processo d’integrazione dell’Unione Europea e contribuendo al miglioramento del suo funzionamento.
• Un più incisivo protagonismo del Parlamento Europeo con particolare riferimento al suo ruolo di co-decisore legislativo e allo sfruttamento delle opportunità che da esso ne derivano.
• Il contrasto al dilagare dell’euroscetticismo tra gli Stati membri anche favorendo la riflessione sulla nascita di una “vera” Unione Politica Comunitaria le cui fondamenta siano costruite su ambiti sino ad oggi inesplorati (politica comune fiscale, estera, difesa).
• L’opposizione alla nascita di politiche protezionistiche e l’apertura di spazi e opportunità commerciali a favore, in particolare, delle realtà imprenditoriali ancora non inserite nel circuito degli scambi internazionali.
• Un più agevole accesso ai mercati internazionali tramite trattative e negoziati commerciali multilaterali e bilaterali in cui i prodotti Made in Italy possano giocare un ruolo offensivo.
• Più garanzie nel rispetto del principio di reciprocità delle regole commerciali per le produzioni in arrivo, nonché per la tutela dei prodotti sensibili anche attraverso un funzionamento più efficace e flessibile delle clausole di salvaguardia.
• La definizione di un progetto di governo delle aree interne e periferiche per incentivare sinergie di sistema tra le risorse socio-economiche a vocazione territoriale, comprese azioni di rilancio dei servizi sociali e interventi di manutenzione infrastrutturale.
• Un rinnovato protagonismo politico, all’interno dei negoziati comunitari, per agevolare intese e accordi di cooperazione tra gli Stati Membri del Sud Europa, dare impulso alla tutela e valorizzazione delle produzioni tipiche e contribuire alla nascita di sinergie economiche e sociali tra le due sponde del Mediterraneo.