Come da 500 anni suggellato il gemellaggio storico culturale e religioso tra le due comunità: Cirò e Mammola in nome dello stesso Patrono San Nicodemo, nato nell’antica Ypsicron, odierna Cirò nel 900 e morto a Mammola nel 990. Ad accogliere il popolo di Mammola accompagnato dal loro parroco don Antonio Mazzà, il sindaco di Cirò Francesco Paletta, la vice sindaco Giovanna Stasi, l’assessore alla cultura Francesco Mussuto, l’assessore al Turismo Cataldo Scarola, dalla Pro loco guidata da Rosaria frustillo e naturalmente il nostro parroco don Matteo Giacobbe il quale, tanto ha voluto questo connubio religioso tra i due popoli. “Ti aspettavo all’uscio di casa– ha detto don Matteo nell’accogliere il parroco don Antonio e la sua comunità- per dare a voi tutti la buona accoglienza. I cittadini per accogliere il popolo mammolese ha abbellito i balconi per tutto il percorso della processione con coperte e merletti di rara fattura, e dopo il pranzo, il comitato e la parrocchia ha offerto loro una grande torta di benvenuto, gesta molto apprezzato dagli ospiti. Per impegni politici il sindaco di Mammola non era presente ma in un comunicato affidato al parroco Mazzà riferiva la sua vicinanza al popolo cirotano nella speranza di contraccambiare l’ospitalità il prossimo primo settembre durante i festeggiamenti per San Nicodemo, santo che accomuna le due comunità. Ad officiare la santa messa nella chiesa che è stata la casa natia del Santo, don Antonio Mazzà; sono onorato della sua presenza ha detto il parroco Giacobbe- io invece presiederò la messa il prossimo primo settembre a Mammola. Presente al gemellaggio anche Carlos Henrique Botura vicario di Perticaro, Pallagorio e Umbriatico. Oggi siamo ad rinnovare questo antico gemellaggio-ha detto nell’omelia don Mazzà- per condividere l’amore che ci accomuna guardando alla figura dei due Santi Patroni Nicodemo e Francesco, che ci portano al cuore di Dio Padre. Stare insieme attorno alla figura dei Santi – prosegue don Antonio- a venerare la reliquia con l’osso mascellare di San Nicodemo, affidato al popolo di Cirò dai nostri padri- vuol dire confidare nei loro segni per avvicinarci alla figura di Gesù, per migliorare la mostra spiritualità e la nostra umanità, questi devono insegnano i santi: unire non dividere. La virtù della carità è amore verso noi stessi, prosegue ancora- impariamo tutti ad essere pastore di un gregge, proprio come San Nicodemo, un monaco che si sentiva indegno, ma stava ore e ore davanti all’Eucarestia, questo era il suo sacrificio. Guardare a loro come fratelli per farci maturare nella nostra dimensione spirituale secondo le leggi che ci ha lasciato il Signore, solo lui ci da la libertà. Alla fine della cerimonia il parroco don Matteo ha donato al parroco di Mammola, al vicario di Perticaro ed al sindaco Paletta un quadro raffigurante una antica icona di San Nicodemo in abiti da monaco rinvenuta in una antica nicchia votiva murata di un palazzo antico di Cirò. Il parroco Giacobbe inoltre ha fatto sapere, che il quadro destinato al sindaco di Mammola glielo darà personalmente il prossimo primo settembre, durante lo scambio del gemellaggio, quando per tradizione, la comunità di Cirò si recherà a Mammola, per i loro festeggiamenti dedicati a San Nicodemo. Nel ringraziare e salutare la comunità cirotana per la bella accoglienza, il parrocco don Antonio Mazzà, ha detto che è stata una bella esperienza, un gemellaggio che ci lega e ci unisce come popoli, nella fede di san Nicodemo. “Nessuno ci potrà mai dividere diceva San Paolo ” ha concluso don Matteo Giacobbe- sono passati 500 anni da quando la comunità di Mammola ci ha fatto dono di questa reliquia: un osso mascellare del Santo, che oggi i due popoli insieme come fratelli, si accingono a pregare con devozione e testimonianza.