Appena abilitata non ci ha pensato due volte: ha subito deciso che la sua prima esperienza sarebbe stata d’impatto, in un periodo tragico, mai vissuto nel recente passato e in cui c’era un tremendo bisogno di medici. Un’ armatura fatta di un vero e proprio scafandro, con il quale entrava nelle case di gente spaventata e che voleva un aiuto fin dal primo sguardo. Un’ armatura emotiva, in cui ha dovuto combattere contro gli stereopiti, di una terra, la Calabria, che vive ogni giorno contrasti, a volte poco comprensibili. Questo libro nasce dall’esigenza di lasciare traccia di un’esperienza a tratti incredibile, fatta di paure e incertezze, ma anche di valori umani autentici. Un periodo dove si è riscoperto quel pezzo di vita senza i quali nulla avrebbe senso: siamo stati spogliati dalle apparenze rimanendo nudi di fronte alle debolezze, abbiamo riassaporato la bellezza e l’ importanza dello stare insieme, di essere comunità. Nel libro traspare la volontà ferma e decisa di Rosy di voler rimanere in Calabria, dare un contributo, lavorare nel territorio, metterci la faccia e sporcarsi le mani d’ impegno.