Poesie intense e problematiche nelle quali il dolore ha una parte preponderante, anche se non trova dove rifugiarsi, una direzione da seguire per purificarsi.
La parola scava nel profondo e lo fa con convinzione e fermezza come se avesse una missione da compiere e spesso s’affaccia su abissi profondi che sembrano bocche fameliche dell’inferno.
Si tratta di una poesia impegnata, che si muove dal sentimento alla politica, dalla sofferenza alla volontà di riscatto, che guarda alla Patria, al sacrificio delle madri e che vorrebbe conoscere le ragioni della sofferenza, avere una spiegazione plausibile.
Il poeta sembra un figlio che cerca il perdono alla madre per quel senso di vuoto e di impotenza che avverte vagare tra le case e i campi che sembrano avere preso i colori della violenza.
Sono poesie della rivolta, poesie civili dense di vita e di ideali, ricche di pathos, di partecipazione autentica e di rara bellezza stilistica.
Anila Dahriu
1- Vittoria invisibile
Era rimasta la solitudine del campo
sotto le foglie del granturco,
perfino nelle mani dei bambini
del quartiere infangato.
Nelle paludi il sole evaporava,
inquieto scriveva la frustrazione del vento .
Le fanciulle stavano sotto il fieno
e gli alberi facevano ombra.
L’amore era fatto di preghiere,
la vittoria invisibile,
un dono inaspettato.
C’ero pure io sotto la pelle rovinata
con i panni arrugginiti dai raggi del sole
e misuravo i colori del campo.
La vita è breve, diceva l’uomo,
perciò in silenzio faceva del bene.
2-Per prima era il fuoco
Come un cane
con la pelle trasparente del villaggio
La mia vita rimane appesa alla quercia.
La Guerra e il Potere
Offrono solo male
Il mondo fluttua e si dispera
Per i giganti perduti.
Verso l’oceano
la mia spada luccica
sul traditore.
La civiltà nasce col primo fuoco
Così l’uomo
cominciò a costruire il mondo,
mio caro fratello.
3- L’ANALOGIA INFINITA
Con le voci dell’erba selvatica
si svegliano le finestre del villaggio.
Al mattino i cavalli rimasti fuori
si liberano dal buio della notte.
Le donne nate dalla terra riempiono
le case con il fuoco e con sbuffi di fumo.
Riscaldano i panni vecchi,
poi sospirano vive nel cortile.
Sono andate in sposa
sopra cavalli
cullati dal vento
dopo anni d’attesa
nei villaggi.
Con sospiri celesti
con i campi strapazzati
con i canti mortuari
con i signori alle sbarre
per conciliare il sogno.
4. Delusione totale
Cara madre,
io sono nato dalle parole,
le stesse chiuse nella bara nera,
e sono schiavo della mia pelle
come un pirata assassinato
nelle strade di Tirana.
Con la barba e la pistola,
come tutti gli albanesi,
con la nostalgia luminosa
del sud dei Balcani
per occuparmi di tutto.
Mia cara madre,
le cose si risolvono solo con la Guerra?
Oh madre cara
Nessuna maledizione mi potrà colpire.
Sono solo deluso
per la parola “pace”
che non si trova da nessuna parte.
La patria e i suoi panni viaggiano,
non sanno che meta prendere.
Cara madre,
sono deluso, pace
è solo una parola.
Se morirò, sappi
che non ho voglia di rinascere
in questa terra.
5. INCORAGGIAMENTO
Ormai
tutto va in profondità.
La distanza si seppellisce nel buio terrificante.
Il cielo cieco
come un salice di fiume.
Si leva un sospiro.
Noi siamo in mezzo, armati dalle fiamme
d’ una guerra conclusa,
terra spenta, non più patria.
Dovevamo fare pace con gli abissi
e coprire con il mantello del diavolo
i nostri caduti.
3 agosto 1998
6-RITRATTO DEL VENTO
Il fiume ha il colore del nord.
Era il ritratto del vento
sull’albero.
È stato costruito dall’uomo.
Aveva un’altra vista
della vita
tra la pioggia e il campo.
Dall’altra parte della montagna
erano uccelli che uscivano
dalla palude
insieme a quegli incubi malefici.
Sul lato sinistro del villaggio
non c’era via d’uscita
per portarti
nella stagione dei pioppi,
nel vortice
di casa mia.
7-IL CREPUSCOLO COPRE TUTTO
Il crepuscolo copriva tutto,
anche la luce degli alberi,
dava vita
a quel grigio inqueto della città
di Tirana.
Era l’ anno del perdono e dei peccati
e della solitudine dei sogni
dicevano i maghi.
Il crepuscolo copriva tutto,
anche la pozzanghera della vita,
quell’oggetto abbandonato
sulle strade non protette.
Forse
era l’anno della resurrezione dei morti,
del fango in eccesso,
scrivevano i poeti.
Del pentimento promesso a Dio.
La mano grande del crepuscolo.
8-FANTASIA SPORCA
I cavalli scapparono
scolpendo sotto la pioggia
ll campo nero del dolore.
Dall’evento, con il volto vivo,
sulle spalle portano la lettera
alla provincia
con la fantasia sporca
nelle tue mani.
I giornali furono strappati
Perché troppo somiglianti
alle donne dai capelli sciolti
nelle notti orribili.
Cani fedeli della luna
scendevano dalla montagna
traballanti,
dormivano nella coda del pianeta.
Oh Dio!
forse non ho abbandonato la Patria
dietro la porta dell’aereo.
Ma è una marea la gente scortese.
Rimango in silenzio.
CHI E’ IL DR. MUJO BUCPAPAJ?Il poeta Mujë Buçpapaj è nato a Tropoja, Albania (1962). Si è laureato presso la facoltà di Lingua e Letteratura Albanese, Università di Tirana (1986)Negli anni 1991-1992 ha studiato sceneggiatura presso il Kinostudio “Alshqiperia e Re”, Tirana, oggi “Albafilmi”.
Muje Buçpapaj è dott. di scienze letterarie con una tesi sulla sopravvivenza della poesia albanese durante la censura comunista.
È uno dei fondatori del pluralismo politico e della stampa libera in Albania (1990), giornalista per molti anni dei più diffusi giornali di Tirana, è direttore del Quotidiano Nazionale, della Casa Editrice “Nazionale” e dell’Istituto di studi e progetti nazionali.
Negli anni 1991-2005 è stato cofondatore e giornalista del primo giornale d’opposizione nel paese dopo 50 anni di dittatura comunista “Rilindja Demokratike” e fondatore del giornale “Democratic Tribune”.
Negli anni 2005-2009 è stato direttore del Centro Culturale Internazionale di Tirana, mentre negli anni 2010-2014 è stato direttore dell’Ufficio Copyright Albanese di Tirana.
Dal 2014 in poi ha assunto la direzione delle Pubblicazioni Nazionali.
Attualmente è anche docente presso l’Università “Luarasi” di Tirana, dove insegna Scrittura accademica.
Buçpapaj è uno dei più importanti esponenti della poesia albanese contemporanea. Ha ricevuto numerosi e prestigiosi premi internazionali dalla Grecia agli USA ed è uno dei più importanti manager della cultu del Paese Elaborat
È organizzatore e moderatore di numerosi convegni internazionali tenuti a Tirana sui problemi dell’arte, della letteratura e del diritto d’autore.
È autore di numerosi libri di studio di letteratura e di poetica, ma anche di centinaia di scritti giornalistici, di critica, di saggi, di studi anche sui problemi regionali, sulla sicurezza nazionale nonché sulla gestione dell’arte nelle condizioni del mercato, delle politiche culturali e della politica nazionale. strategia della cultura.
È conosciuto come uno dei più forti dibattitori pubblici sui problemi della transizione albanese, sugli sviluppi politici regionali e sulla democrazia nel suo complesso. È il fondatore del giornale/rivista Nazionale” e suo direttore. Vive, lavora a Tirana, insieme alla moglie e alle due figlie.