Il cibo contribuisce a costruire l’identità, che è insieme selezione di fattori diversi e, al contrario della staticità, cambiamento e contaminazione tra culture, storie e tradizioni. Il cibo, quello buono e giusto, è, anche e soprattutto, cultura. Otto Torri sullo Jonio e Slow Food Calabria mettono d’accordo tutti: no alla “bulimia conformistica” e al fast food; a questi bisogna preferire modelli che tutelino la qualità dei prodotti, i piccoli produttori e, soprattutto la salute dei consumatori. La salvaguardia dei prodotti del terroir è l’unica via di sviluppo economico e sostenibile per il Sud. Lezione in corso nella Sala Rossa. Grande partecipazione del Liceo classico San Nilo, con le classi 5 delle sezioni A, B e C, accompagnati da Stella Pizzuti, Marilena De Santis e Mario Massoni. Prima delle due lezioni tenute da Liliana Ellena (Università degli studi di Torino) sui diritti delle donne e da Elena Giglio (Apre) sulla mobilità del giovani ricercatori, si è tenuta una presentazione tra studenti stranieri e italiani. Domani, sabato 24, la lezione di Giorgio Anselmi, “La primavera araba tra timori e speranze”. Anche il secondo incontro in programma per la prima giornata dell’Euromed Meeting, partito ufficialmente ieri si è dimostrato essere un momento di confronto a più voci ed espressione, stimolante e viva, di punti di vista diversi.
L’occasione, agli studenti della Scuola Invernale in management dell’identità è stata offerta dalla presentazione, presso il Teatro nazionale Paolella, de “La rivoluzione è un pranzo di gala – storie di cibo e di Calabria” di Mita Borgogno e Nicola Fiorita al quale ha partecipato quest’ultimo, Presidente di Slow Food Calabria e docente all’Unical presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche. All’incontro erano presenti anche Walter Pulignano, Presidente dell’Associazione Ricicl’art, e Fortunato Amarelli del Museo Storico della Liquirizia Giorgio Amarelli, entrambi partner dell’evento. Migliorare il mondo attraverso il cibo. Per Nicola Fiorita è possibile e, soprattutto necessario, muoversi nella direzione della tutela dei piatti e delle produzioni della memoria, contro le produzioni massificate ed il cibo apparentemente a basso costo ma dai pesantissimi costi sociali ed economici successivi, in termini di salute e di inaridimento dei territori. Otto Torri lo sa ed è per questo che da sempre si batte per l’educazione alimentare e la promozione dei piatti della memoria. Non a caso gli studenti consumano i loro pasti presso le cantine storiche della città alta.