E’ possibile essere testimoni di pace nella società di oggi? I giovani possono cambiare l’atmosfera di una città? Che senso ha oggi decidere di vivere da laici di Azione Cattolica nella Chiesa? La scelta di credere in Cristo e di seguirlo non è facile; è ostacolata dalle nostre infedeltà personali e da tante voci che indicano vie più facili; eppure sono passati 150 anni ed ancora, uomini e donne di buona volontà, giovani e giovanissimi assieme a tanti bambini continuano pronunciare il proprio SI all’Azione Cattolica. E allora si comprende che ci sono incontri, i quali non lasciano indifferenti, di cui si è eredi e protagonisti, parte viva e creativa della Comunità cristiana. E’ questo, il senso della tradizionale “Festa della Pace” diocesana dell’ Azione Cattolica celebrata a Crotone, domenica 3 marzo e incentrata, quest’anno, intorno al tema scelto da BenedettoXVI per la 46° Giornata Mondiale della Pace: “Beati gli operatori di pace” (MT 5,9). Un evento di comunione ecclesiale,costituito dalla preghiera comune, da momenti intensi di riflessionee di condivisione tra i numerosi i partecipantiprovenienti dalle varie parrocchie della Diocesi, che si sono trovati insieme con il desiderio nel cuore, far convergere pensieri e azioni attorno a questa sorprendente beatitudine. Sotto questo aspetto, la Presidente diocesana dell’ Azione Cattolica, Antonietta Crudo, ha precisato: “Non è azzardato contestualizzare il tema di questo incontro, nell’ambito dell’anno della fede. Se quest’anno – ha continuato – è periodo favorevole per un’autentica e rinnovata conversione nel Signore, allora, la settima beatitudine è d’aiuto, affinché ciascuno di noi assuma quel passo decisivo per armonizzare fede e vita, per riscoprire insieme quel senso di corresponsabilità che anima tutta l’Associazione e per fare esperienza della bellezza di essere Chiesa tutti insieme, così come il Concilio ci chiede”. Ecco, dunque, comprendiamo in che senso il tema della “Festa” di quest’anno ci dice che noi siamo costruttori di pace, non perché la pace provenga anzitutto dal nostro impegno,ma perché essa è un dono di Dio che certo è un appello alla nostra libertà e ci chiede umilmente di cominciare a tessere i fili che disegnano l’ordito su cui ricamare la giustizia e la solidarietà. “Dobbiamo diventaretessitori di legami buoni, – ha continuato la Presidente – costruttori di pace, dentro il mondo e nella nostra realtà locale, con la volontà di servire al di là dell’interesse privato, al di là delle visioni di parte.Non è più possibile sottrarsi a tale impegno. Nessuno è escluso”. Con tono deciso, rivolgendosi ai numerosi partecipanti, Antonietta Crudo ha incalzato: “L’Azione Cattolica è sempre stata, e ancora oggi deve essere –fucina di formazione di fedeli che, illuminati dalla dottrina sociale della Chiesa, si impegnano in prima filanella ricerca della pace nell’attuale società e nel nostro territorio, spesso inquieto e sballottato “qua e là da qualsiasi vento di dottrina” (Ef 4,14)”. La pace non è un sogno, non è un’utopiama opera da costruire. Per essere veramente operatori di pace è essenziale costruire situazioni di dialogo, di impegno per il bene comune, di relazioni autenticamente umane. Di qui l’impegno dell’ Azione Cattolica a dare luce alla pace, ad illuminare ambiti di vita che troppo spesso, nelle nostre realtà locali, rimangono nel buio dell’indifferenza per il prevalere di una certa mentalità egoistica e individualista.
L’appuntamento annuale, della “Festa della Pace”,qualificatosi come un’occasione preziosa di un certo spessore e di alto contenuto, ha tracciato nuove prospettive di impegno per ragazzi, giovani, giovani e adulti dell’Associazione,che prendono consistenza e slancio dalla memoria del dono prezioso che è stata, sin dalla sua nascita, l’Azione Cattolica, scaturita da una “ispirazione provvidenziale” e rivelatasi nella storia “forza aggregativa, strutturante e propulsiva di quella corrente contemporanea di ‘promozione del laicato’ che trovò solenne conferma nel Concilio Vaticano II.
Dunque, non una sterile e inefficace giornata ma un potenziale enorme di energie che troverà, indubbiamente seguito nella pastorale ordinaria delle associazioni parrocchiali, impegnando insieme laici e Sacerdoti assistenti nella missione della Chiesa. E proprio ai Sacerdoti della Diocesi che la Presidente, ha rivolto il suo appello in conclusione del discorso: “A voi “Collaboratori della nostra gioia” ci rivolgiamo con sentimenti di gratitudine e profonda condivisione, “chiedendo di stimare e promuovere l’Azione Cattolica: nessuno ostacoli la nascita o lo sviluppo di gruppi parrocchiali di Azione Cattolica, ma al contrario li sostenga in un impegno formativo che arricchisce l’intera comunità A voi Sacerdoti assistenti, domandiamo, “vicinanza e condivisione verso questa esperienza laicale, sperimentando una relazione fraterna che, nell’incontro di vocazioni distinte, possa continuare a dare frutti di santità…”(Lettera del Consiglio Permanente CEI all’ACI, n. 4).Con fiducia, da laici di Azione Cattolica, ribadiamo la nostra disponibilità ad assumerci la responsabilità affidataci 50 anni fa dai padri conciliari, quella cioè di desiderare e costruire una Chiesa che sempre più faccia trasparire il volto di Cristo, una Chiesa che sappia attrarre gli uomini all’incontro con Lui”. Dal mio punto di vista, un piccolo striscione scritto a mano – esposto in mezzo alla moltitudine dei diversi lavori realizzati nell’attività di laboratorio -, nel quale si leggeva “ Siamo una famiglia”, segna un’altra chiave di lettura di questostraordinario incontro. Effettivamente, i convenuti presso il “Dopo Lavoro Ferroviario” di Crotone, domenica tre marzo, erano una grande famiglia desiderosa di professare e proclamare con gioia l’amoreverso Dio e verso la Chiesa. Una gioia rumorosa ma con radici profondi Secondo la Scrittura, la gioia è frutto della Spirito Santo (cfrGal 5, 22): questo frutto era abbondantemente percepibile neiragazzi, giovani e adulti di Azione Cattolica. La “Festa della Pace” si è conclusa con la Santa Messa, presieduta nella Basilica Cattedrale, dal giovane assistente, don Massimiliano Assisi, che ha rivolto un appello ai soci di Azione Cattolica: “Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento di fronte alle difficoltà e non abbandonatevi a false soluzioni, che spesso si presentano come la via più facile per superare i problemi. Non abbiate paura di impegnarvi, di affrontare la fatica e il sacrificio, di scegliere le vie che richiedono fedeltà e costanza, umiltà e dedizione. La Chiesa ha bisogno dell’Azione Cattolica perché ha bisogno di laici disposti a dedicare la loro esistenza all’apostolato e a stabilire con la comunità diocesana un vincolo che dia un’impronta profonda alla loro vita e al loro cammino spirituale. Ha bisogno di laici la cui esperienza manifesti, in modo concreto e quotidiano, la grandezza e la gioia della vita cristiana; laici che sappiano vedere nel Battesimo la radice della loro dignità, nella comunità cristiana la propria famiglia con la quale condividere la fede, e nel pastore il padre che guida e sostiene il cammino dei fratelli; laici che non riducano la fede a un fatto privato e non esitino a portare il fermento del Vangelo nella trama stessa delle realtà umane e nelle istituzioni, nel territorio e nei nuovi aeropaghi della globalizzazione, in vista di costruire la civiltà dell’amore».