Riflessioni ad alta voce sul PD da parte di Luigi Dell’Aquila Componente gruppo dirigente Circolo PD – Cirò, che in una nota scrive:” Non fa parte del mio essere , esternare sulla stampa posizioni, considerazione e giudizi sul partito in cui milito da sempre (PCI-PDS-DS- oggi PD ) ed in special modo alla vigilia di appuntamenti importanti quali sono i congressi, perché ritengo che ad una persona cui si vuole bene, specialmente quando la stessa potrebbe versare in situazioni di disagio, qualunque esso sia , bisogna stargli vicino in modo schietto, sincero e leale, spendersi con tutte le proprie forze per aiutarlo a superare il tutto senza pretese o contropartite, altrimenti vuol dire che ci si trova davanti ad una persona che agisce con piena premeditazione per fini esclusivamente personali. A malincuore dobbiamo constatare che tutti i malesseri, le contraddizioni, le insofferenze del Partito emergono sempre alla vigilia di quanto sopra per essere poi dimenticati nel momento in cui ci sarebbe tutto il tempo necessario per suggerimenti tali da contribuire a porre i rimedio e trovare le soluzioni giuste . Tutto questo succede per mettersi in evidenza , spesso per spiccare il volo senza averne la forza necessaria perché questo possa durare il più a lungo possibile, per mirare a questa o a quella postazione politica come trampolino di lancio per una carica di prestigio poi. La verità nuda e cruda purtroppo è questa, chi dice il contrario fa solo ed esclusiva demagogia politica. Chi ha buona memoria ricorderà che dopo le primarie per la scelta del candidato a Premier del centro sinistra e prima delle elezioni politiche scorse , nessuno osava dire una parola sul Commissario del PD Calabrese , perché i sondaggi ci davano vincenti al 100% , quindi tutti i mal di pancia erano congelati. Il Segretario del PD Bersani il migliore in assoluto, vincitori del successo tutto il Partito nessuno escluso.
Le cose sono andate come tutti sappiamo, anche se Pier Luigi Bersani merita stima e rispetto da parte di tutto il Partito per aver dimostrato di essere persona onesta, seria e coerente dimostrando attaccamento al partito ed alle istituzioni, scusate se ciò è poca cosa, per cui “ quando si vince si vince tutti assieme. Quando si perde, perde uno solo. Non è una novità “. Leggere sulla stampa nazionale ( e non solo ) che un renziano ( tale si definisce ) , di cui non ne conosco l’appartenenza politica, asserisce “ chi ha perso bisogna che faccia un passo indietro, riferendosi ai Bersaniani per lasciare spazio ai Renziani “ . Ma vogliamo scherzare ? Siamo ritornati ai tempi dei Guelfi e dei Ghibellini ? Ma che roba è questa . Il PD è tutt’altra cosa, in un partito ci si deve confrontare sulla linea politica da adottare, sulle scelte delle persone per le varie cariche da ricoprire, esiste una maggioranza ed una minoranza, guai se non fosse così, il dissenso è il sale della democrazia ma poi esiste il rispetto delle regole, altrimenti se non se ne condividono gli ideali si va via. Se in Calabria siamo gli eterni commissariati , chiediamoci una volta per tutte di chi è la colpa, invece di prendercela sempre con il personaggio di turno. Facciamo autocritica ma quella seria e costruttiva ed alla fine trarne le dovute considerazioni e ci si rende conto che la colpa è solo ed esclusivamente nostra, perché certe situazioni spesso fanno comodo e poi si pensa di accantonarle quando la ruota gira da tutt’altra parte. Oggi ci corre l’obbligo di affrontare sia il congresso Regionale che i congressi Provinciali nell’interesse esclusivo del Partito e della politica , alla quale abbiamo l’obbligo morale di ridare dignità . “ Capisco che possa sembrare incredibile qui da noi, ma a me pare un’ovvietà che chi fa politica non deve mettersi davanti alla missione. Altrimenti è la fine della politica “ ( Pier Luigi Bersani ). Oggi più che mai bisogna riallacciare un rapporto con l’opinione pubblica , calarsi nei bisogni e recepire le istanze dei cittadini, cercare di trasmettere un po’ di realismo. Bisogna fare rete ed instaurare un rapporto diretto con la base del Partito e quindi con i circoli , per ritornare a fare politica , quella vera , quella che antepone gli interessi dei cittadini a quelli personali, quella che ti prende in occasione del tesseramento e delle elezioni, quella che ti porta ad essere te stesso con umiltà e responsabilità ed essere al servizio della gente comune. L’attività politica deve essere quotidiana e soprattutto organizzata collettivamente. Bisogna prendere atto che : la società è cambiata e ti giudica per quello che fai e non per quello che rappresenti e che fare politica oggi significa innanzitutto attivarsi ed esprimersi, capire e prendere posizioni rispetto alla realtà che viviamo”.
Compagno Dell’Aquila, hai ragione. La tua riflessione ad alta voce è la riflessione dei tanti ex PCI-PDS-DS- oggi PD, che mal sopportano nel Nuovo ancora non costruito, ossia nel PD, la imitazione correntizia della DC, spesso, a torto, considerata dialettica politica o addirittura democrazia interna. Noi siamo cresciuti con il centralismi democratico, che, come lo descriveva Lenin, consisteva ovvero si sostanziava nella massima rivoluzionaria “libertà di discussione, unità d’azione” per cui ci pare assurda la sussistenza dialogica di una voce renziana, che, al pari di quella terraciniana e gramsciana (Gramsci , in carcere, fu considerato da Togliatti lontano dal PC, da far discettare all’interno del CC a una sua espulsione dal PCI) affievolisce o addirittura sgretola la immagine graniticamente unitaria del partito. Ma i tempi caro Gigino, sono cambiati, e tanto. Mentre il centralismo democratico rimane una formula valida per le società di capitale, i consigli di amministrazioni e addirittura il consiglio dei ministri, l’assenza di regole interne o una più fievole disciplina interna di partito, sul modello descritto da Lev Trockij negli scritti “I nostri doveri politici”, è quella che oggi consente il dialogo di partito, il confronto di idee tra posizioni diverse di partito, in un partito al cui interno non si discute o si discute poco o di discute male. Se interne posizioni divergenti e contrapposte oggi “conquistano” il clamore dell’esterno (leggasi stampa, televisione,rete) non è che non ci sia unità di mission nel partito ma solo che c’è oggi più “sete” di informazione e di conoscenze e pure di pettegolezzo da parte dell’esterno, che facilmente spazia e si mimetizza in ruoli contraddittori, spesso giudicanti e moralizzatori e nel contempo accomodanti e depravati. Ho votato Bersani contro Renzi, ma non sono bersaniano e né renziano, ma solo del PD. Se oggi, a differenza di ieri, Renzi o altri novelli Bruto, apertamente manifestano il loro dissenso (spesso raccontato in malo modo), apertamente dicono che non stanno bene nel PD e sono quindi pronti a traghettare oltre, com’è di moda, e dall’oltre cazzeggiare a comodo oppure condividere e comunque essere presenti per avere spazi e prebende diversi da quelle del passato. Nel PD così come disegnato di partito di laici e cattolici, di donne e di uomini liberi che lavorano per una società dove vivere meglio; nel PD ancora da costruire si trova spazio e accoglienza e ci si riconosce nonostante le discrepanze locali e le non condivisioni a livello nazionale. Io sto nel PD – ma non da dirigente – perché nel PD, e non in molti suoi uomini, trovo il topoi ovvero il luogo ovvero l’argomento dialettico di incontro delle mie esigenze. E ci sto in esso cercando pure dall’esterno di dire quanto la gente comune vuol sapere,specie di camarille e di uomini che dal tempio vanno allontanati con lo scudiscio di Cristo.