“In Calabria giornata di sciopero del 14 giugno avrà una valenza particolare considerato quanto è accaduto in questi ultimi sei mesi in un settore nevralgico per la crescita sociale ed economica dei territori – afferma l’Usb, Unione Sindacale di Base. Un settore che, a parere di tutti gli economisti, resta imprescindibile se veramente si vogliono creare condizioni basilari per ridare speranza ai cittadini i calabresi. Siamo da sempre, strutturalmente, la regione con il più alto tasso di disoccupazione giovanile e con il reddito pro capite più basso dei paesi industrializzati europei. Una regione dove si allargano a dismisura le forbici con le altre aree dell’Italia anche per l’incapacità della politica locale di porre in essere azioni a sostegno dei beni comuni quali la salute, la scuola, l’università, l’ambiente, il trasporto collettivo e la mobilità, la cultura, le bellezze paesaggistiche, l’enogastronomia, la formazione, la ricerca, che, insieme, rappresentano un’opportunità di sviluppo e non centri di costo, come spesso si fanno apparire anche grazie a media addomesticati e interessati. Tutti settori sui quali servirebbe invece investire massicciamente per fare uscire la Calabria fuori da una condizione sociale disastrosa che l’attanaglia fino a soffocarla e che sembra essere senza via d’uscita. Tra questi beni comuni o diritti sociali, i trasporti collettivi sono quelli più mortificati. Abbiamo assistito e assistiamo, per quanto riguarda le aziende pubbliche, al fallimento delle pompose strategie industriali propinate da politici incapaci di programmare e da strapagati amministratori delegati, mentre imprenditori privati si sono arricchiti grazie alle compiacenze politiche negando diritti ai loro dipendenti e sfruttandone al massimo il lavoro come unica fonte di guadagno. Oggi quasi tutte le aziende pubbliche sono in una condizione prossima al fallimento per la enorme mole di debiti generati dalla gestione scellerata e clientelare da manager nominati dalla politica, mentre le aziende private aspettano per impadronirsi di un settore strategico per l’economia e per attuare il patto scellerato della BCE e della UE di far pagare Alle lavoratrici e ai lavoratori la crisi con la cessione di diritti in nome della modernità. La stessa politica che si ostina a sostenere che l’unica soluzione sia quella di privatizzare le aziende pubbliche ma che mai s’interroga sul perché queste aziende falliscono.
Ci sarà un nesso e quindi un legame tra manager e fallimenti delle aziende e i politici che li nominano? O tutto dipende solo dal fatto che i lavoratori e le lavoratrici sono costi insostenibili perché pretendono il rispetto dei contratti, delle leggi sulla sicurezza dei trasporti e di conservare diritti visto il delicatissimo lavoro svolto. A queste maldestre scelte della politica locale, si vanno ad aggiungere gli effetti dei tagli al bilancio statale, dei trasferimenti agli enti locali, dei servizi pubblici ai cittadini e a tutto il sistema di tutele sociali verso i cittadini. Oggi, in una crisi che peggiora le condizioni di tutti i cittadini, frantumando le certezze di tante lavoratrici, lavoratori e famiglie, la politica resta inerme, proponendo come via d’uscita dalla crisi, la stessa ricetta che ci ha condotto nel suo vortice. Una regione che demolisce i trasporti è un Regione che non ha futuro! Da qui USB vuole partire per lanciare una proposta sulla mobilità nella regione Calabria che abbia come base alcuni temi quali occupazione, salari, diritti, contro la politica degli appalti, delle esternalizzazioni, contro le privatizzazioni e liberalizzazioni, contro la precarietà, per la democrazia ai lavoratori e non alle burocrazie sindacali di un settore che deve rimanere pubblico per poter garantire il diritto alla mobilità dei cittadini calabresi. Una proposta all’interno della quale si affrontino le questioni della concorrenzialità e dell’intermodalità tra i vettori per realizzare un sistema efficace ed efficiente e capace di recuperare risorse da investire nel miglioramento delle infrastrutture dedicate e nell’acquisto di nuovi rotabili; che valorizzi il trasporto pubblico per il suo basso impatto ambientale rispetto a quello privato, allo scopo di abbassare il livelli di inquinamento acustico e migliorare la qualità dell’aria delle città assediate dal traffico. Necessita quindi tutelare il trasporto pubblico locale in quanto bene sociale, agevolandone l’accesso con una politica tariffaria adeguata alle famiglie meno abbienti, contrariamente alle scelte fatte che hanno fatto aumentare del 50% le tariffe nella fase più acuta della crisi determinando di fatto, un ulteriore impoverimento delle famiglie ed erodendo parte basilare del già insufficiente reddito. Un servizio sociale che rischia di essere ulteriormente ridotto del 50% rispetto agli attuali livelli a causa delle risorse insufficienti che la Regione Calabria ha destinato al settore dopo i consistenti tagli già attuati dal 2010 al 2012, e che al di là di fumosi impegni assunti dal Governatore Scopelliti rischia di aprire un’altra grave crisi occupazionale dopo quella irrisolta della sanità. Per queste ragioni sosteniamo la battaglia che le lavoratrici e i lavoratori hanno intrapreso, convinti che questa serva per ottenere risorse certe ed esigibili per costruire un sistema adeguato alle esigenze dei cittadini. Ecco allora che diventa ancora più urgente socializzare la lotta a sostegno del diritto alla mobilità. Invitiamo dunque i cittadini, che ancora non hanno compreso la gravità del momento, a farsi parte attiva, insieme alle loro rappresentanze istituzionali territoriali, a sostenere tutte le iniziative possibili a difesa del diritto alla mobilità collettiva in mancanza del quale saremo costretti a recarci al lavoro e/o raggiungere ospedali, scuole, università e strutture di interesse pubblico con l’uso dell’auto privata”.