“Negli anni cinquanta è stata inventata la riforma Agraria e in Calabria si è formata una struttura locale/regionale, chiamata Opera Valorizzazione Sila, considerato che allora non vi erano istituite le Regioni, questa struttura OVS, dipendeva direttamente dal ministero dell’agricoltura quindi, era logico istituire una sede di tipo regionale, gia fin da quei tempi, i capoccioni o marfioni cosentini della politica, hanno ben saputo tutelare il loro territorio facendo predisporre la sede centrale di quell’ex OVS, nel cuore della città di Cosenza – afferma in una nota l’associazione Nuova Crotone. Con l’istituzione della Regione, vi è stato un certo risveglio tra i politici, e senza traumi si è arrivati ad una ripartizione delle varie sedi da allocare, ripartendo il capoluogo a Catanzaro, l’università a Cosenza, il Consiglio Regionale a Reggio Calabria. Con l’istituzione dell’Ente Regione, quella struttura chiamata OVS, è passata a fare parte dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura, quindi, oggi e allo stato delle cose, una sede centrale dell’attuale Arssa tenuta a Cosenza non regge e non ha nessun senso.
Pertanto, l’Assessore Trematerra il suo compagno di partito on.ass.Dattolo, debbono dare una mano al Presidente Scopelliti, portando quella tanta ambita sede generale dell’Arssa da Cosenza all’Assessorato dell’Agricoltura a Catanzaro, eliminando doppioni e sede sparpagliate lungo il territorio della Calabria che producono sperperi di euro, doppioni e inopportuni privileggi al territorio Cosentino. Al riguardo dei Consorzi di Bonifica, queste strutture dalla fine degli anni del 1920, sono state istituite per fornire consulenze e attività nell’ambito dei siti rurali, e con l’istituzione dell’Ente Regione e altre norme che assegnano deleghe agli enti locali, anche i consorzi di bonifica per certe attività, possono essere considerati dei doppioni, le mansioni originari dei consorzi di bonifica si sono assottigliate sotto l’aspetto materiale e non come risulta sulla carta (elenco di competenze indicate nominalmete), ricordando che, allo stato delle cose, la maggior parte del territorio pianeggiante, figuriamoci il territorio collinare, non ha una rete irrigua per facilitare le coltivazioni intensive “orticoli e vari”, questo vuol dire che, anche i consorzi di bonifica, non avrebbero attivato fortemente quella mansione originaria in favore dei siti rurali. Allo stato delle cose (di forte crisi) e in virtù di predisporre codizioni per finanziamenti oculati e specifici: per/in favore dei Consorzi di Bonifica non si debbono assegnare o prevedere elargizioni di somme che influiscono sul bilancio Regionale, che non siano di stretta pertinenza al miglioramento delle condizioni agronomiche e di bonifica dei siti rurali”.