“Egregio signor Commissario, avremmo voluto scrivere questa lettera aperta, solo per ringraziarla per la competenza, l’impegno e la professionalità dimostrata, fin qui trasparente e imparziale, che ha profuso nel ristabilire alcuni principi morali, etici e di legalità nel governare il bene comune nella nostra città, offesi e mortificati invece da chi ha gestito questo territorio nell’ultimo quarto di secolo sapendo regalare una montagna di debiti – inizia così la lettera scritta dal M5S di Rende e indirizzata al commissario prefettizio Maurizio Valiante. Però, in riferimento alla situazione attuale in cui si trova il nostro centro storico, le cui responsabilità sono da ricondurre alla pochezza di un Principe poco illuminato e mai divenuto Re, sottoponiamo alla Sua onestà intellettuale, universalmente riconosciuta da tutti quei rendesi che non sono innamorati del proprio carnefice, di considerare la possibilità di revocare la delibera n°9 del 27.02.2014 con oggetto “Assegnazione a titolo gratuito delle attrezzature dell’ex laboratorio della ceramica del centro storico di Rende al Cna di Cosenza”. Tale richiesta nasce dall’esigenza di mantenere in loco le attrezzature de quo, atteso che, per le motivazioni nella stessa addotte, si può ovviare utilizzando uno dei tanti fabbricati di proprietà dell’ente, al fine di essere utilizzate dalle associazioni presenti sul territorio comunale che in tale direzione manifesteranno il proprio interesse.
Diversamente un’altra ferita si andrebbe ad aggiungere ad un territorio già mortificato e offeso, che bene si inserisce in quella deriva amministrativa e politica che ha generato la “questione centro storico” dove qualcuno ha scritto finanche l’epitaffio. Una questione che negli ultimi anni ha visto soccombente la parte antica della città al punto che parlare di desertificazione sociale non è esagerato dove gli indigeni del posto hanno registrato passivamente, amministrazione dopo amministrazione, la spoliazione di un enorme patrimonio artistico, culturale, sociale, economico etc. Un vero e proprio stillicidio ricordare che qui c’erano tre rivendite di tabacchi, due farmacie, due fotografi, tre bar, numerosi negozi di generi alimentari, tre macellerie, tre mercerie di abbigliamento, quattro barbieri, poi ancora il cinema, il municipio, l’ufficio del lavoro, l’asilo, la stazione dei carabinieri, il comando dei vigili urbani, l’esattoria comunale, la banca e l’elenco sarebbe ancora lungo se citiamo le botteghe di arte e mestieri che un tempo popolavano la collina di Arintha e che ora non ci sono più. In sintesi c’era una comunità viva e attiva. Nonostante tutto e tutti, non è difficile pensare ad un nuovo esordio, non è difficile pensare ad una nuova stagione al centro della quale ci deve essere l’impegno concreto di un primo mutamento. In tale direzione va la richiesta del Movimento 5 Stelle di Rende nel chiederLe di revocare la delibera di cui sopra per ridare segnali di fiducia e speranza a quei cittadini finora insultai e umiliati ai cui figli è stato rubato il futuro di una loro presenza reale in questa comunità”.