Martedì 8 luglio scorso si è tenuta nella Sala Falcone Borsellino della Provincia di Crotone la conferenza stampa di presentazione dei dati del monitoraggio ambientale legato al progetto Infea 2012 Programma “SOS…stenibilmente”. Erano presenti l’Assessore all’ambiente Francesco Pugliano, il Presidente del Lea Kroton Natale Carvello, l’Ing. Alfredo Voce Responsabile del Dipartimento Ambiente della Provincia di Catanzaro e il dr. Salvatore Procopio del Laboratorio fisico “E. Majorana” del Dipartimento Provinciale Arpacal di Catanzaro. Nel documento di programmazione è stata prevista la realizzazione di un monitoraggio ambientale nel Territorio della Provincia di Crotone per la riduzione delle fonti di inquinamento indoor con particolare riguardo al gas radon.
I luoghi di lavoro di proprietà pubblica oggetto del monitoraggio sono stati individuati nel patrimonio immobiliare dei seguenti enti pubblici: Provincia di Crotone, Istituti scolastici di ogni ordine e grado situati nel territorio e di proprietà della Provincia di Crotone, Case e scuole comunali, Ospedali S. Giovanni di Dio della Città di Crotone, Strutture Asl dislocate sul Territorio della provincia, Provveditorato agli studi di Crotone, Prefettura, Tribunale, Agenzia del Territorio, Guardia di Finanza, Comando dei Carabinieri, Comando dei Vigili del Fuoco.
In ogni comune dove non ci sono istituti scolastici, comunque sono stati individuati almeno 4 punti di misura. Soprattutto in presenza di ambienti scolastici, al fine di contenere il rischio per le nuove generazioni si è proceduto alla misura anche in ambienti al piano terra e al primo piano. Tra i luoghi di lavoro scelti, 42 avevano l’obbligo di effettuare una valutazione del rischio radon o attraverso il controllo delle frequenze di accesso dei lavoratori al luogo interessato diversi attori di questo Territorio, operanti nel controllo e nella prevenzione sono ormai orientati sulla via della riduzione delle fonti di rischio nei luoghi di lavoro, in particolar modo per il radon, malgrado le competenze anche in sede istituzionale rendono di fatto impossibile un monitoraggio sull’applicazione del capo III-bis del decreto legislativo n. 241/00. In questo caso, non facilmente replicabile, aver costruito un’intesa tra Enti si è rivelata una buona pratica che almeno sul piano della prevenzione, crediamo, abbia lanciato un segnale positivo. Il lavoro in atto, dunque, oltre all’applicazione del principio di prevenzione, ha permesso di ampliare le conoscenze dirette su un Territorio calabrese che presenta fattori geologici predisponenti per l’agente fisico inquinante trattato.