Dopo la maxi-indagine Aemilia, che ha portato allo scoperto infiltrazioni mafiose radicate in Emilia Romagna, una nuova indagine porta allo scoperto altri gli affari della ‘Ndrangheta e le sue ‘cellule’ stanziate nel bolognese. Questa volta si parla di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanza stupefacenti, con l’aggravante del fine di agevolare associazioni mafiose. E’ questa l’ipotesi di reato con cui i finanzieri del nucleo di Polizia tributaria di Firenze, hanno eseguito 16 arresti nelle province di Bologna, Reggio Calabria, Alessandria, Palermo, Modena, Parma, Genova, Milano e Pavia. In manette, fa sapere la Gdf di Firenze, “soggetti prevalentemente di origine calabrese, collegati alle ‘ndrine degli Avignone e dei Paviglianiti, rispettivamente di Taurianova e di San Lorenzo, in provincia di Reggio Calabria”.
Nell’operazione sono stati sequestrati 280 chilogrammi di cocaina purissima, per un valore di oltre 43 milioni di euro. L’ordine di custodia cautelare è stato emesso dal Gip del Tribunale di Firenze, Erminia Bagnoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal procuratore Giuseppe Creazzo. La cocaina era celata dentro blocchi di marmo trasportati all’interno di un container stivato a bordo della ”Malaga”, nave proveniente dalla Repubblica Domenicana approdata nel porto di Genova (un chilo a blocco). La produzione in mano ai narcotrafficanti colombiano-sudamericano, con il cartello calabrese incaricato dell’importazione e della distribuzione, come spiega il procuratore capo Creazzo: “Il cartello dei colombiani si rivolge in maniera privilegiata alle cosche di ‘ndrangheta e queste provvedono alla distribuzione sul mercato nazionale secondo la richiesta e fanno riferimenti a soggetti di fiducia che risiedono nelle nostre regioni”.