Solo il 5% dei comuni calabresi ha trasmesso al Centro Geologia e Amianto dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) le schede di auto-notifica che i proprietari degli immobili, con presenza di manufatti contenenti amianto. Questi dati permettono, infatti, all’Arpacal di procedere con la mappatura geo-referenziata delle coperture in cemento-amianto. E’ questo uno dei dati presentati dalla dr.ssa Alessandra Spadafora, geologo del Centro Geologia e Amianto dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal), nel corso del seminario dal titolo “La gestione del rischio amianto in Calabria: problematiche e soluzioni”, tenuto nei giorni scorsi nell’ambito della fiera Edil-Expo a Catanzaro.
Dai dati Arpacal presentati, inoltre, emerge che, delle strutture contenenti amianto mappate, il 93% interessa le coperture degli edifici, mentre per la rimanente parte si tratta di canne fumarie, serbatoi e pannelli. Sul totale dei siti mappati, inoltre, più del 96% dei manufatti presenta un discreto stato di conservazione, con danneggiamenti inferiori al 10% della superficie totale del manufatto stesso. La mappatura, seppur scarsa, evidenzia che 450,63 tonnellate di amianto sono nella provincia di Reggio Calabria, 148,27 Crotone, 94,16 Cosenza e 52,63 Catanzaro. I dati presentati permettono di avere una prima immagine della presenza e dei quantitativi di materiali contenenti amianto (MCA) nel territorio regionale, seppure limitata da una insufficiente risposta degli Enti interessati, ad oltre 20 anni dall’inizio del processo di dismissione.