La vicenda dell’Aeroporto di Crotone si arricchisce ogni giorno di dichiarazioni, valutazioni e considerazioni che creano ulteriore confusione, contribuendo ad alimentare un clima paradossale che allontana sempre più la naturale definizione del normale iter procedurale.
Si è detto e si è scritto di tutto a varie voci, anche quelle più “autorevoli”, superando acrobaticamente l’unico dato di fatto ineludibile: la sentenza del TAR Calabria che valuta il bando Enac “contra legem”.
È bene che si prenda atto, in via definitiva e da parte di tuttti, anche di chi continua a distorcere la realtà dei fatti, che Sagas, la società costituita dalla Regione e dai Comuni di Crotone e di Isola Capo Rizzuto, è stata creata con la specifica missione di partecipare al bando Enac. Di fatto la confezione del bando stesso la escludeva da qualsiasi possibilità di vincere.
Contemporaneamente è emerso l’orientamento della Regione Calabria a che i tre aeroporti dovessero essere gestiti da un unico soggetto, per una ipotetica coerenza con il Piano dei Trasporti regionale, il quale indica che il diritto alla mobilità di tutti i calabresi può essere garantito solo dall’esistenza, dal potenziamento e dallo sviluppo dei tre scali Crotone, Reggio Calabria e Lamezia.
Questa premessa avrebbe dovuto essere seguita dalla formazione di una nuova società, a capitale pubblico ed avente come soggetto principale proprio la Regione Calabria, con relativi oneri di capitalizzazione e con il relativo sforzo di programmazione e gestione, così come, per esempio, avvenuto nella regione Puglia. Questo tipo di “impalcatura” determinerebbe in una seconda fase il coinvolgimento di soggetti privati, tecnici del settore, che rilevino totalmente o in buona parte le quote pubbliche. Questo sarebbe stato il modello da applicare, probabilmente l’unico perseguibile, e non altre soluzioni di alchimia “istituzionale” e di diritto societario.
Invece abbiamo assistito al “battesimo” della Sacal quale possibile soggetto unico, dimenticando e superando che il suo stesso assetto societario, che in questi giorni ha subito una decisa scalata che ha ridimensionato in maniera strumentale la presenza del pubblico, costituisce di fatto un ostacolo alla gestione degli scali di altri territori. Scalata che solleva perplessità anche per i tempi e le modalità con cui è avvenuta.
In questa vicenda, abbiamo, inoltre assistito, alla trasformazione della Regione da cabina di regia del sistema aeroportuale regionale, in “tifoso” di una sola società, quasi da rappresentante sindacale di una singola parte, la Sacal, banalizzando le aspettative di altri soggetti e altri territori.
L’obiettivo, neanche tanto sottaciuto, da parte della Regione, è quello di arrivare ad un soggetto unico senza che l’ente investi un euro, arrivando ad abdicare al suo ruolo naturale di rappresentante, equidistante, di tutti gli interessi in campo.
Prova provata di questo atteggiamento è stata la richiesta, inascoltata e inesaudita, della “figlia” Sagas che proponeva di creare una partnership con Sacal per partecipare al bando Enac; questa sì che sarebbe stato il germoglio di un soggetto unico regionale per la gestione dei tre aeroporti.
Oltre all’atteggiamento a dir poco “evasivo” della Regione, siamo costretti ad assistere ai reiterati interventi di rappresentanti istituzionali, che invece di tentare, realmente, di accorciare i tempi di riapertura dello scalo pitagorico, auspicano che la sentenza del Tar sia impugnata; quando appare a tutti anche ai profani che lo stesso pronunciamento del Tar è stato a dir poco lapidario. Il giudice amministrativo invece ha indicato la strada che è quella di ripubblicare in tempi brevi un “bando corretto “ e “ cassato dalle impurità ed illegittimità”, e magari arricchito da una clausola sociale a salvaguardia dei livelli occupazionali esistenti.
Un nuovo bando, se fosse pubblicato subito, potrebbe portare all’assegnazione della gestione dell’aeroporto entro aprile, in modo tale da poter assicurare i voli entro luglio. Questo sì costituirebbe un percorso veloce e immediato per la riapertura degli scali di Crotone e Reggio.
La Prossima Crotone non può che sostenere l’impostazione del sindaco Pugliese e quella di tutti i rappresentanti sociali e dei cittadini di Crotone, auspicando percorsi che assicurino una immediata riapertura dell’aeroporto, senza andare contro le norme di legge, e garantendo che non ci siano riduzioni di voli e soprattutto limitazioni dei periodi di attività, perché un aeroporto con un volo o due, ed un utilizzo stagionale o part time, non può essere utile allo sviluppo di un territorio come la Calabria ionica.
Nell’ambito della sempre più consolidata collaborazione del Consorzio Jobel con l’Università della Calabria e la Camera di Commercio Calabria Centrale,...
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