Il 27 ottobre e il 7 novembre, presso il Liceo G.V. Gravina, in concomitanza con l’attivazione dello Sportello Provinciale Autismo (S.P.A.), si sono tenuti due seminari dal titolo Autismo questo (s)conosciuto, dedicati alla formazione degli studenti e dei docenti sui disturbi dello spettro autistico. L’istituzione scolastica che ha ospitato l’iniziativa, si conferma, come sempre, molto attenta al tema dell’inclusione degli alunni diversamente abili.
Il secondo seminario, in particolare, dedicato alla formazione dei docenti e del personale scolastico è stato introdotto dalla prof.ssa Anna Lucia Perrupato, coordinatrice dello S.P.A. di Crotone. Gli interventi estremamente articolati e interessanti hanno catturato l’attenzione dei docenti che hanno partecipato numerosi; si sono avvicendate due operatrice dello S.P.A., la prof.ssa Rossella Riccardi, con un intervento dal titolo Caratteristiche e disfunzioni dello spettro autistico, e la prof.ssa Rosanna Ierardi che ha parlato delle Misure di intervento a scuola. Ha concluso i lavori l’ins. Elisa Benincasa referente didattico-scientifico, che ha illustrato le funzioni dello S.P.A. e delle pratiche di attivazione del servizio.
L’autismo – o meglio i disturbi dello spettro autistico – è un mondo ancora oscuro con infinite declinazioni, ma altrettante potenzialità. Proprio sulle potenzialità si è incentrato il seminario, ricco di suggestioni e spunti al livello psicologico, didattico e normativo, per favorire l’inclusione dei ragazzi che presentano tale sindrome.
Una perfetta sintesi delle relazioni si può leggere nelle parole di chi conosce l’autismo da vicinissimo, tramite la propria esistenza, come Jim Sinclair, autistico ad alta funzionalità, che così avverte il suo essere nel mondo: «Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. […] In un certo senso sono mal equipaggiato per sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si sia perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia personalità è rimasta intatta. […] Riconoscete che siamo diversi l’uno dall’altro, che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del vostro. Lavorate con me per costruire ponti tra noi», (Schopler e Mesibov, 1992).