L’approvazione delle norme di attuazione della legge quadro in materia di incendi boschivi da parte del Consiglio regionale della Calabria segna un passo importante nel segno della tutela del territorio, teso ad arginare uno dei rischi ambientali maggiori per la nostra regione. Si tratta di una normativa attesa da oltre un decennio, che mette al centro l’opera di prevenzione attraverso una strategia programmata a livello territoriale, richiesta con forza dalla CGIL, nella convinzione che solo il rispetto delle fasi di pianificazione, di previsione, di prevenzione e di lotta attiva, possa placare il fenomeno “incendi” che, di stagione in stagione, mina le bellezze e ricchezze naturali della Calabria.
Contestualmente ieri da Roma è giunta la notizia dell’approvazione, da parte della Camera, dell’emendamento che assegna ai Presidenti delle Regioni, con funzioni di Commissario di Governo per il Dissesto idrogeologico, il compito di avviare tutti gli interventi previsti nel Patto per il Sud e destinati alla mitigazione del dissesto idrogeologico con procedure e contabilità speciali. Ciò significa che la Regione Calabria in breve tempo potrà avviare nuovi cantieri in tutta la regione realizzando finalmente gli interventi di sistemazione idrogeologica previsti in un APQ, accelerandone lo stato di avanzamento.
E’ fondamentale che entrambi i provvedimenti non rimangano lettera morta, tramutandosi nell’ennesima chance perduta per la nostra Regione. Inevitabilmente penso alla legge regionale sul sistema idrico integrato, che ad oggi non ha ancora espresso il suo buon potenziale in termini di miglioramento del servizio, nonché in termini occupazionali.
E’ di oggi la pubblicazione del report sui “Conti economici regionali”, curato dall’Istat. La Calabria si conferma quella con il più basso Pil prodotto in Italia; tra il 2011 e il 2016 si sono persi in media lo 0,8 per cento dei posti di lavoro annui; mentre l’economia illegale incide per oltre un quinto del valore aggiunto complessivo. Un quadro impietoso, che purtroppo non stupisce la CGIL. La Calabria soffre avvolta in un sistema economico fragilissimo, stretta nella morsa della criminalità organizzata, incapace di rialzare la china e offrire alla propria gente un lavoro.
Le buone leggi sugli incendi boschivi, sul sistema idrico integrato, sulla lotta al dissesto idrogeologico possono e devono diventare un progetto più ampio, in grado di coniugare la tutela dell’ambiente e del territorio e la creazione di nuova occupazione, nell’ambito di un Piano per il Lavoro che sia il Piano della nuova Calabria. E’ questo il cambio di passo che la CGIL chiede instancabilmente alla Regione Calabria.